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Impariamo a guardare al tempo in maniera circolare – come fosse una buona e soffice ciambella – non come se stessimo guardando il binario d’una ferrovia ad alta velocità, fatto di rette parallele che si estendono all’infinito ma non si toccano mai.
Proviamoci, almeno, è una grandissima conquista.

Non essendo stanziale l’umanità, ma essendo mutamento continuo, col tempo che passa, coi giri di giostra, noi esseri pensanti impariamo come sia importante l’equilibrio.
Non sono solamente i codici a stabilire il giusto: alla mia età m’è oramai chiaro come il giusto e l’equilibrato debbano essere inscindibili.

Ci sono cose che ho rivoluzionato in questo periodo, anche molto: ad esempio ho smesso di essere inflessibile su alcuni aspetti perché ho superato alcuni limiti.

Un po’ mi stupisco (non sono una che si spaventa con poco) ma – a differenza di prima – non mi preoccupo più molto di me: mi sottraggo ancora meglio da chi pensa di utilizzarmi in modo strumentale. Sto al gioco finché non mi stanco.

Ho capito che il tempo non si misura in secondi, in minuti, in ore, in giorni e nemmeno in mesi. Queste sono solo convenzioni da calendario.
Un anno si misura in quanti limiti si riesce ad abbattere, in quanto bene ci vogliono ancora coloro che abbiamo amato, in quello che di buono abbiamo saputo trasmettere.

Un anno si misura in quel che resta del nostro ricordo negli altri e può cambiare tutto in un attimo solo.

Sinceramente, se io non dovessi esistere più, oggi come oggi sono contenta di sapere che, chi mi ha amata, con me è stata una persona felice.

Sono qui che mordo la mia ciambella (sì, sono affamata di tempo e di vita, più di sempre)
e penso ai miei affetti con grande soddisfazione: gli amici possono dire che sono una sorella, gli ex amori che sono ancora un punto fermo (me lo dicono spesso, sono belle soddisfazioni) e mia figlia sostiene una tesi più che favorevole nei miei confronti.

Per molti – stella fissa – brillo ancora e, per quel paio di individui dalla personalità disturbata, mio è l’onore di rappresentare l’incubo peggiore. Si sceglie anche tenendo conto della propria dignità, del resto, e nessuno venga mai a dire “Siamo uguali” se si è comportato male. “No, io sono sincera, non siamo uguali: la tua coerenza non è la mia.”

“L’indipendenza è il solo metro con cui si possa misurare l’uomo. Ciò che un uomo fa di sé e da sé e non ciò che fa o non fa per gli altri (…) Il primo diritto dell’uomo è quello di essere se stesso e il primo dovere dell’uomo è il dovere verso sé stesso. Principio morale sacro è quello di non trasferire mai sugli altri lo scopo della propria vita. L’obbligo morale più importante dell’uomo è compiere ciò che desidera a condizione, prima di tutto, che quel desiderio non dipenda dagli altri.”
(Ayn Rand O’Connor)

“A condizione – anche – che non vada a calpestare gli altri.”

@lementelettriche – Paola Cingolani