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Una prima occhiata al decreto “Cura Italia”

Con il decreto “offriamo anche sul terreno economico un modello italiano”. Questo l’esordio del premier Giuseppe Conte al momento dell’ufficializzazione del D.L. “Cura-Italia” quello che va a “sanificare” i danni provocati da giorni e giorni di mancate produzioni industriali, commerciali e da forzate chiusure per innumerevoli esercizi, servizi al pubblico, al turismo, alla ristorazione. Molto sicuro Conte nel suo eloquio: “Per fare fronte a questa grande emergenza mettiamo in campo qualcosa come 25 miliardi di euro a beneficio del sistema economico italiano e attiviamo flussi per 350 miliardi”. Il Governo in tutte le sue componenti, si capisce, non è in grado di  valutare con appropriatezza le conseguenze dell’allargamento dell’epidemia, ma prova ugualmente a fare proposte. Ad una cosa tiene in modo particolare il nostro Presidente del Consiglio:  “si tratta di una manovra economica poderosa, non abbiamo pensato e non pensiamo di combattere un’alluvione con gli stracci. Stiamo cercando di costruire una diga per proteggere imprese famiglie lavoratori”.  Frase, questa degli stracci, che è stata ripresa dai media di mezzo mondo. Quasi una reazione al cliché un po’ da “neorealismo cinematografico”che ancora accompagna l’Italia nel mondo. Sempre Conte, netto e preciso, ci ricorda che: “il governo è vicino alle imprese, ai professionisti, alle famiglie, alle donne e gli uomini, i giovani che stanno facendo enormi sacrifici per tutelare il bene più alto. Nessuno deve sentirsi abbandonato e questo decreto lo dimostra”. È, immediatamente dopo,  il ministro Roberto Gualtieri ad annunciare tra le misure gli “stop ai mutui casa per i lavoratori autonomi e per chi perde il lavoro”, con l’obiettivo di offrire “più soldi in busta paga a chi si reca al lavoro in sede”. Subito pero’ è lo stesso Conte a ricordarci che: “Siamo consapevoli che non basterà…. ma l’impegno è per un piano di investimenti a largo spettro come non si vedeva da tempo”. A queste roboanti parole non poteva mancare una frecciatina alla sciocchina di turno,  all’Europa che prima ha minimizzato l’emergenza, al limite della presa in giro di Governo e cittadinanza italiana, per poi fare una imbarazzante retromarcia.  Naturalmente dall’Italia “si aspetta un cambio di passo nella strategia europea (e non solo)“,  di vera reazione a quanto sta accadendo. “L’Italia è in prima fila, dobbiamo sostenere gli Stati, facendo tutto quello che serve per aiutare i nostri cittadini. La partita europea va giocata a viso aperto con spirito di collaborazione e una strategia condivisa di solidarietà vera, effettiva: confidiamo che tutti gli altri Stati membri ci seguiranno”.  Come sempre, come ci ha abituato dai tempi dei duelli con Salvini, pugno di ferro in guanto di velluto. Con la forza che gli stanno confermando i sondaggi e con l’occhio benevolo del Quirinale.

Più in dettaglio, per quanto riguardo l’aspetto fiscale viene sospeso il versamento delle ritenute d’acconto dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria. I versamenti sospesi sono effettuati, senza applicazione di sanzioni e interessi, in un’unica soluzione entro il 31 maggio 2020 o mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di maggio 2020. È sospeso ogni ulteriore adempimento fiscale con scadenza tra l’ 8 marzo 2020 e il 31 maggio 2020. Questi  “sospesi” saranno recuperati, anch’essi, senza applicazione di sanzioni e interessi, in un’unica soluzione entro il 31 maggio 2020 o mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di maggio 2020.  Importantissima la parte riguardante i cosiddetti “crediti di imposta” per botteghe e negozi. Infatti ai soggetti esercenti attività d’impresa è riconosciuto un credito d’imposta nella misura del 60 per cento dell’ammontare del canone di locazione, relativo al mese di marzo 2020, di immobili rientranti nella categoria catastale C/1. Il problema, in questo caso, pur ritenendo estremamente positivo il provvedimento, è il suo termine “previsto” entro fine marzo. Esattamente alla fatidica data del 3 aprile 2020 che, però, in questi momenti pare non essere sufficiente al contenimento della pandemia.  Sempre rispetto a cosa succederà negli ambienti di lavoro,  allo scopo di incentivare la loro sanificazione, quale misura di contenimento del contagio del virus COVID-19, si riconosce (ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione) un credito d’imposta nella misura del 50 per cento delle spese di sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro fino ad un massimo di 20.000 euro. Su questa entità (risibile) più di un esponente politico e la stessa Unione industriali lombarda ha espresso rammarico. “Con ventimila euro non sanifico nemmeno un reparto di meccanica” ha tuonato il presidente Boccia. Ma così stanno le cose e, per il momento non si ha di più. Da ricordare che il credito d’imposta è riconosciuto fino all’esaurimento dell’importo massimo di 50 milioni di euro per l’anno 2020 e – implicitamente – si capisce che si attendono molte richieste di aiuto. Di qui l’estrema limitatezza delle quote.

Ma il provvedimento ha molti punti riguardanti il settore “Giustizia”. Tra questi, per quanto riguarda il differimento delle udienze e le cosiddette “sospensione dei termini”,  sono prorogate fino al 15 aprile 2020 le misure già adottate di rinvio delle udienze civili, penali e amministrative, con le relative sospensioni dei termini già adottate precedentemente fino al 22 marzo 2020. Termini stretti che presuppongono una rapida soluzione della crisi… su cui occorrerà ritornare. Riguardo alla situazione negli Istituti Penitenziari che, proprio all’inizio dell’emergenza hanno presentato più di un motivo di preoccupazione, il provvedimento intende assicurare il pieno ripristino della funzionalità degli istituti su tutto il territorio nazionale, di qualsiasi carattere siano, dando la priorità a quelli  danneggiati in conseguenza dei disordini avvenuti all’interno delle strutture medesime.

Capitolo a parte per gli “ammortizzatori sociali” . È previsto un nuovo trattamento di cassa integrazione ordinario in sostituzione dei precedenti ammortizzatori sociali in favore di:  – Aziende che alla data di entrata in vigore del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, hanno in corso un trattamento di integrazione salariale straordinario; – Aziende che hanno in corso un assegno di solidarietà.  Anche sul capitolo “Cassa Integrazione” si registrano novità: le Regioni possono autorizzare una cassa di integrazione salariale in deroga in favore delle imprese per cui non trovino applicazione le tutele previste dalle vigenti disposizioni in materia di sospensione o riduzione di orario in costanza di rapporto. Un impegno importante con esborsi non leggeri. Speriamo sia possibile portare a termine l’obiettivo specifico, perché i segnali provenienti da molte parti di Italia non sono incoraggianti. Riguardo ai “crediti di imposta per botteghe e negozi” il provvedimento riconosce  ai soggetti esercenti attività d’impresa  un credito d’imposta nella misura del 60 per cento dell’ammontare del canone di locazione, relativo al mese di marzo 2020, di immobili rientranti nella categoria catastale C/1. Sperando di non dovere andare oltre con le coperture… Viene prevista anche una indennità per i professionisti, le c.d. “partite IVA” , i “Co.co.co” ed i lavoratori agricoli e dello spettacolo. In dettaglio ai liberi professionisti titolari di partita iva attiva alla data del 23 febbraio 2020, ai lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa attivi alla medesima data e, iscritti alla Gestione separata non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, agli operai agricoli a tempo determinato e ai lavoratori dello spettacolo, è riconosciuta un’indennità una tantum pari a 500 euro. Il busills sta nella pochezza della cifra e nel fatto che si tratta di “una tantum” ma, evidentemente, di più non si poteva chiedere. Rispetto a quella che viene definita la “disoccupazione agricola” è prorogato il termine per la domanda di disoccupazione agricola, anche se solo per le domande in competenza 2019, al giorno 1° giugno 2020. (si tratta di circa 12.000 pratiche a livello nazionale) . Provvedimenti dilatori sono previsti per le domande NASPI  e DISCOLL con termini ampliati da sessantotto a centoventotto giorni.

Cambiando ambito di intervento, per il cosiddetto “Fondo Prima Casa” e per il “Fondo Gasparrini” , per un periodo di 9 mesi dal provvedimento l’ammissione ai benefici del Fondo è esteso ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti che autocertifichino di aver registrato, in un trimestre successivo al 21 febbraio 2020 ovvero nel minor lasso di tempo intercorrente tra la data della domanda e la predetta data, un calo del proprio fatturato, superiore al 33% del fatturato dell’ultimo trimestre 2019 in conseguenza della chiusura o della restrizione della propria attività operata in attuazione delle disposizioni adottate dall’autorità competente per l’emergenza coronavirus. Correttamente il decreto ricorda che per l’accesso al Fondo non è richiesta la presentazione dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE). Novità e provvedimenti che vanno oltre “iniziative tampone” si registrano anche per “Lavoro e Previdenza Sociale” e, per l’appunto per il “Lavoro Agile”. Ai lavoratori del settore privato affetti da gravi e comprovate patologie, per i quali residui una ridotta capacità lavorativa, è riconosciuta la priorità nell’accoglimento delle istanze di svolgimento delle prestazioni lavorative in modalità di lavoro agile. Inoltre i datori di lavoro sono tenuti ad autorizzare la modalità di lavoro agile ai lavoratori dipendenti che abbiano nel proprio nucleo familiare una persona con disabilità ospitata in un centri riabilitativi chiusi dal provvedimento. Qualora il familiare con disabilità sia un minore la modalità di lavoro agile non può essere rifiutata, salvo che questo sia incompatibile con le caratteristiche dell’impresa. Poi una affermazione che lascerà il segno: “il lavoro agile è la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni”. Spesso si parla – tutt’altro che a vanvera – dello spartiacque costituito dalla “crisi coronavirus” tra un prima e un dopo. Ecco, questo del “lavoro agile” sarà sicuramente un settore che avrà molto successo nell’immediato (e probabilmente lontano) futuro.

Riguardo al congedo e alle indennità per i lavoratori dipendenti del settore privato vi sono importanti novità. A decorrere dal 5 marzo 2020, e per un periodo continuativo o frazionato comunque non superiore a quindici giorni, i genitori lavoratori dipendenti del settore privato hanno diritto a fruire per i figli di età non superiore ai 12 anni, di uno specifico congedo, per il quale è riconosciuta una indennità pari al 50 per cento della retribuzione. La fruizione del congedo di cui al presente articolo è riconosciuta alternativamente ad entrambi i genitori, per un totale complessivo di quindici giorni. In alternativa alla prestazione predette e per i medesimi lavoratori beneficiari, è prevista la possibilità di scegliere la corresponsione di un bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting  nel limite massimo complessivo di 600 euro, da utilizzare per prestazioni effettuate.

Anche riguardo ai permessi retribuiti in forza  della L. 104/1992 il numero di giorni di permesso mensile retribuito coperto da contribuzione figurativa di cui all’articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, è incrementato di ulteriori complessive dodici giornate per ciascuno dei mesi di marzo e aprile 2020. Sicuramente poco ma, in linea con il livellamento delle facilitazioni che hanno riguardato anche altre situazioni. Pare che la ratio sia stata: meglio poco per tutti che soluzioni parziali fonti di polemiche e ricorsi. …Vedremo.

In dettaglio, rispetto a quanto toccherà ai lavoratori dipendenti, ai titolari di redditi di lavoro che possiedono un reddito complessivo di importo non superiore a 40.000 euro spetta un premio, per il mese di marzo 2020, che non concorre alla formazione del reddito, pari a 100 euro da rapportare al numero di giorni di lavoro svolti nella propria sede di lavoro nel predetto mese.

Sono sospesi i termini relativi ai versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria dovuti dai datori di lavoro domestico in scadenza nel periodo dal 23 febbraio 2020 al 31 maggio 2020. Passaggio delicato che va seguito per evitare abusi. Per quanto riguarda il congedo e l’indennità per i lavoratori dipendenti del settore pubblico, nonché del settore sanitario privato accreditato,a decorrere dal 5 marzo 2020, i genitori lavoratori dipendenti del settore pubblico o privato accreditato hanno diritto a fruire di un congedo dal lavoro indennizzato.

L’erogazione dell’indennità, nonché l’indicazione delle modalità di fruizione del congedo sono a cura dell’amministrazione pubblica con la quale intercorre il rapporto di lavoro. Inoltre il periodo trascorso in quarantena con sorveglianza attiva o in permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva dai lavoratori del settore privato, è equiparato a malattia ai fini del trattamento economico previsto dalla normativa di riferimento.  A decorrere dal 23 febbraio 2020 e sino al 1°giugno 2020 il decorso dei termini di decadenza relativi alle prestazioni previdenziali, assistenziali e assicurative erogate dall’INPS e dall’INAIL è sospeso di diritto.

Importante la disposizione riguardante le imprese. Infatti  fino al 31 luglio 2020, la protezione civile potrà autorizzare la requisizione in uso o in proprietà, da ogni soggetto pubblico o privato, di presidi sanitari e medico-chirurgici, nonché di beni mobili di qualsiasi genere, occorrenti per fronteggiare la predetta emergenza sanitaria, anche per assicurare la fornitura delle strutture e degli equipaggiamenti alle aziende sanitarie o ospedaliere ubicate sul territorio nazionale, nonché per implementare il numero di posti letto specializzati nei reparti di ricovero dei pazienti affetti da detta patologia.

Rispetto alla vexata quaestio della carenza di mascherine per la gestione dell’emergenza COVID-19, e fino al termine dello stato di emergenza, è consentito produrre mascherine chirurgiche in deroga alle vigenti norme.  In favore delle imprese che hanno sofferto una riduzione del fatturato a causa della citata emergenza, Cassa depositi e prestiti S.p.A. è autorizzata a concedere liquidità, anche nella forma di garanzie di prima perdita su portafogli di finanziamenti, tramite banche e altri soggetti autorizzati all’esercizio del credito. La garanzia dello Stato è rilasciata in favore di Cassa depositi e prestiti S.p.A. fino ad un massimo dell’ottanta per cento dell’esposizione assunta.

Anche il “made in Italy”  viene tutelato da appositi provvedimenti. Infatti si istituisce un fondo da ripartire per la promozione integrata presso il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al fine di potenziare gli strumenti di promozione e di sostegno all’internazionalizzazione delle varie componenti del sistema Paese, tra i quali il piano straordinario di sostegno al made in Italy realizzato tramite l’ICE.

Con il provvedimento viene istituito per l’anno 2020 un fondo denominato “Fondo per le esigenze emergenziali del sistema dell’Università, delle istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica e degli enti di ricerca” con una dotazione pari a 50 milioni di euro, da dipartire con decreto del MIUR. Inoltre, In deroga alle disposizioni dei regolamenti di ateneo, l’ultima sessione di laurea dell’anno accademico 2018/2019 è prorogata al 15 giugno 2020. E’ conseguentemente prorogato ogni altro termine connesso all’adempimento di scadenze didattiche e amministrative funzionali allo svolgimento dell’esame di laurea.

Nel periodo di sospensione della frequenza delle attività didattiche, le attività formative e di servizio agli studenti, inclusi l’orientamento e il tutorato, nonché le attività di verifica dell’apprendimento svolte o erogate con modalità a distanza secondo le indicazioni delle università di appartenenza sono computate ai fini dell’assolvimento dei compiti dell’Università e sono valutabili ai fini dell’attribuzione degli scatti triennali.

Per ultimi i provvedineti per gli Enti Locali, in grande  sofferenza per le penalizzazioni relative al periodo di quarantena obbligatoria degli uffici ma già provati da precedenti tagli e quelli per il settore sportivo. Quest’ultimo tutt’altro che residuale poiché, direttamente, riguarda movimenti dell’ordine di 40 miliardi complessivi relativi ad abbonamenti, biglietti e diritti, senza tener conto di tutto l’indotto e dell’enorme valore dello sport dal punto di vista mediatico, pubblicitario e promozionale. Non a caso già questa mattina, 18 marzo 2020, dalla Federcalcio, sede romana, è giunto al tavolo del Presidente del Consiglio un cahier de doleance a otto zeri. E questo solo per il periodo fino allo stop del 3 aprile.   Come si dice “se son rose fioriranno” e soprattutto fioriranno se ascolteremo e seguiremo le indicazioni richieste