due esseri viventi un mondo dverse specie

Gli animali, con questa iattura del Covid19, stanno meglio di ogni altro essere vivente, in tutto l’universo. Loro non hanno preoccupazione alcuna, né di ammalarsi, né per i problemi economici che andranno affrontati da sopravvissuti ad un virus pandemico.

Poi, a viverla meno male, nell’immediato, ci sono i bambini. Anzi, finalmente si possono godere la presenza dei genitori e studiano – se studiano un po’ – dal PC, con tanto di anno scolastico garantito. Oggettivamente possono giocare di più e diventano il centro dell’attenzione di ogni nucleo familiare. 

Ci sono le negatività, come in tutte le situazioni, perché alcuni bambini soffrono per la mancanza di un genitore. Parlo dei figli di coppie separate, quelli che sono diventati terreno di scontro fra due contendenti e che – con la necessità di dover restare a casa – quasi dimenticano il volto di chi non vive più con loro (o peggio subiscono il lavaggio del cervello).

L’emergenza di chi è costretto a restare tutto il giorno in casa con il proprio carnefice?
Qui si pensi a bimbi, donne e a molte persone fragili: gli aguzzini avranno modo di poter dare il loro peggio indisturbati, purtroppo. 

Anche le persone coraggiose dovranno violentarsi la mente, costringendosi a una forza che è del tutto esasperante e che lascerà delle lacerazioni a livello psicologico.

Nessuno sarà più com’era, ammesso che sia fatto salvo dal contagio, e – se si salverà – si dovrà reinventare una vita nuova, sarà defraudato del suo tempo e di ogni suo ricordo, vedrà sfumare sistematicamente tutti i suoi sogni. Persino se non avrebbe mai chiesto la luna.

La precarietà della nostra esistenza è significativa e dovrebbe insegnarci ad essere più umili, perché ad oggi – troppo spesso – ci siamo sentiti al di là di tutto e di tutti. 

Ora, come fosse un telefilm di fantascienza, vediamo cose che da umani non avremmo potuto neanche immaginare. Tutto ciò ha del grottesco: ripetutamente ci compare il Presidente del Consiglio che indica nuove linee guida per restrizioni ulteriori. Lo vediamo in TV, sui media, sui social anche se non ha mai detto che il virus ci usa quale veicolo per circolare. Un giorno impugna al T.A.R. ordinanze regionali, il giorno seguente le rende valide sull’intero territorio nazionale.

Oggi che è tardi e i morti sono troppi, i contagi si moltiplicano e il panico ha fatto più danni della cattiva gestione comunicativa scelta, sono dispiaciuta e delusa, perché penso che in assenza totale di senso civico, la democrazia – nell’accezione letterale di “Governo del popolo” – sia pressoché impossibile, specie quando manca un vertice solido e ben strutturato.

Certo, le epidemie non dipendono dai politici, ma la gestione delle emergenze nazionali sì e la possibilità di circolare indisturbati, favorendo i contagi, avrebbe dovuto essere negata a chiunque, per ovvie ragioni.

Perché tutti sono liberi, ma è lampante come la libertà di un singolo non implichi la liceità di mettere a repentaglio altri esponenti di tutta una intera comunità. 

@lementelettriche – Paola Cingolani