Dall’Ue 2.770 miliardi contro il virus, ma l’Olanda non va oltre la carità

Dalla Commissione 100 mld per il lavoro con il piano “Sure”, ma pochi soldi in bilancio Ue. Martedì Eurogruppo: l’Aja propone un fondo di donazioni. Roma tratta su Mes a condizioni light

FRANCOIS LENOIR VIA GETTY IMAGES

 

“Ad oggi l’Ue, e cioè le istituzioni europee e gli Stati membri, hanno mobilitato 2.770 miliardi di euro. E’ la più ampia risposta finanziaria ad una crisi europea mai data nella storia”. Ursula von der Leyen mette da parte i pensieri sugli eurobond (sabato scorso li ha bocciati e poi ha ritrattato ma parzialmente) e si pregia della presentazione del piano ‘Sure’, ennesima mossa della Commissione europea che va incontro alle esigenze dei paesi più in difficoltà per la crisi da coronavirus, come l’Italia. Si tratta di prestiti fino a 100 miliardi di euro, con garanzie per 25 miliardi fornite dagli Stati membri, aiuteranno i paesi a sostenere la spesa pubblica per l’occupazione o la disoccupazione. Insieme agli altri passi decisi dalle istituzioni europee dall’inizio della crisi, tra cui il programma di acquisto dei titoli da parte della Bce per 750 mld, fanno quasi 3mila miliardi, dice von der Leyen. Ma non basta, ammette anche lo stesso Commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni.

In vista dell’Eurogruppo di martedì prossimo (ma ogni decisione finale sarà presa dai leader, probabilmente il 10 aprile), fioccano le proposte, ma niente eurobond, se non da parte dell’Italia e dei paesi firmatari della lettera al presidente del Consiglio europeo Charles Michel la settimana scorsa: Spagna, Francia, Irlanda, Portogallo e altri. Muro dal nord, soprattutto dall’Olanda che infatti porta all’Eurogruppo una sua idea più vicina a qualcosa di caritatevole che altro.

Gli olandesi propongono di creare un fondo di 1 miliardo per i Paesi maggiormente colpiti dalla crisi con i contributi degli altri Stati e si dicono disposti “a dare un contributo molto sostanzioso”, promette il ministro dell’Economia Wopke Hoekstra, che qualche giorno fa voleva che la Commissione aprisse addirittura un’inchiesta sui paesi colpiti da Covid-19 e con alto debito. Tradotto: l’Italia. Insomma, per loro solidarietà vuol dire al massimo ‘regalo’, niente condivisione del debito. Del resto, finora con il resto d’Europa non hanno nemmeno condiviso il sistema fiscale: l’Olanda è una specie di ‘paradiso’ nell’Ue e l’ha sempre fatta franca.

Sembra però che il piatto principale del menu dell’Eurogruppo sarà l’ipotesi di usare i fondi del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) con una ‘condizionalità light’, ancora tutta da definire. E’ la proposta di Berlino. L’Italia aveva chiesto che non ci fosse alcuna condizionalità, ma adesso il governo di Roma avrebbe dato luce verde per lo meno a discutere i dettagli di questa ‘condizionalità light’. In ogni caso, dovrebbe trattarsi di usare la metà dei 410 miliardi dei fondi a disposizione del Mes.

Sul tavolo dell’Eurogruppo, anche il ruolo della Bei che mobiliterebbe circa 200 miliardi di euro per le piccole e medie imprese e la proposta francese di un fondo che emetta un bond comune a 5-10 anni per finanziare uno stimolo fiscale per la ripresa. Parigi è un po’ più fredda rispetto agli eurobond in senso stretto, alla luce dell’alt della Germania, dove però il dibattito è sempre più acceso. L’appello sulla “solidarietà europea” lanciato dagli eurodeputati Verdi tedeschi Alexandra Geese e Sven Giegold e dalla parlamentare Verde tedesca Franziska Brantner è stato firmato da moltissime personalità tedesche, italiane e di altre nazioni europee, tra cui il direttore dell’Istituto per l’Economia Tedesca Michael Hüther, l’ex ministro delle finanze Hans Eichel, oltre agli italiani Enrico Giovannini, Enrico Letta, Mario Monti, Lucrezia Reichlin e altri.

Tornando però al piano ‘Sure’, trattasi di un “primo passaggio simbolico, e forse storico, della messa in comune dell’impegno attuale e futuro” tra gli Stati membri”, dice Gentiloni. “E’ la Commissione Europea che va sui mercati, emette bond, e la Commissione Europea ha un rating tripla A, con la possibilità di ottenere tassi di interesse bassissimi, e presta questi quattrini con delle scadenze di lungo termine ai diversi Paesi – spiega – Penso che i Paesi che ne approfitteranno di più saranno soprattutto i Paesi con alto debito, perché hanno molta più difficoltà a reperire fondi”.

Il punto è che non ci sono molte risorse cui attingere: quelle del bilancio pluriennale europeo 2014-20 sono quasi finite. I leader dei 27 Stati dell’Ue non sono riusciti a raggiungere un accordo sul nuovo bilancio 2021-27: esattamente la notte in cui in Italia si è affacciata l’emergenza coronavirus con i primi casi di Codogno, la notte tra il 20 e il 21 febbraio, a Bruxelles si riuniva un vertice europeo straordinario sul bilancio, conclusosi con un nulla di fatto dopo quasi due giorni di discussione. E poi c’è il problema che queste obbligazioni della Commissione gravano comunque sul debito sovrano dei paesi interessati, benchè i tassi siano bassissimi e la scadenza almeno a 10 anni.

“E’ un primo passo – dice Gentiloni al Tg3 – Ma il piano Marshall europeo deve essere pagato da noi europei, in parte dagli Stati membri, in parte insieme. E non dopo la guerra ma adesso: ci giochiamo il futuro della ricostruzione dell’Europa. Un fondo comune per la rinascita europea deve essere messo in piedi questa primavera, non tra due anni”. Giuseppe Conte sulla stessa linea. “Nell’Ue il vento sta cambiando ma si deve fare di più”, dice il premier.

Critici i 5s. “Fra le principali criticità di Sure c’è sicuramente la sua capacità finanziaria che potrebbe non essere sufficiente per rispondere alla emergenza in corso – dice l’eurodeputata Daniela Rondinelli – Inoltre, lo strumento si basa su prestiti che vanno poi rimborsati con una metodologia che ricorda molto quella del EFSM, e cioè gli Stati Membri devono rispettare delle condizioni per ottenere i fondi. Anziché prestiti, avremmo, invece, preferito trasferimenti che rispettassero in pieno quindi il principio di solidarietà sancito nei Trattati europei. Tuttavia, ci conforta sapere che l’accordo con le condizioni di pagamento e rimborso verrà stipulato dalla Commissione europea con l’attuale governo italiano. Siamo certi che Presidente Conte e il Ministro Catalfo negozieranno le condizioni più vantaggiose per i lavoratori e i cittadini”.