Biasimo la routine della polvere, Loredana Mariniello
Biasimo la routine della polvere
che cade lenta sulla mobilia
della camera e sulle mensole,
e evolve in cenere mentre sbiadisce i volti
incorniciati di rimpiante assenze
ancora odo l’eco di remote presenze,
rimbombar nel vuoto delle stanze
Uno scroscio di pioggia sulle tegole
suggerisce una rivoluzione di lacrime
sotto le palpebre.
Non vanno via i tuoi occhi quando scompari,
trovano austeri altari negli occhi miei,
fuori c’è il mondo, ma il belvedere è fra le mie ciglia,
ove si celebra la stagione dei ricordi
che restan lì tutti in piedi, immobili
a temperare dettagli di esordi
per mantenere intatta l’emozione di un cuore
anche nella prigione della solitudine
e io accetto il pacchetto completo di questa moltitudine
che mi urla dentro e mai accenna un esodo
oltre la consuetudine dell’abitudine,
oltre le fragili pareti della mia cartilagine
nel risucchio del vortice di una voragine
nella bocca profonda di una vertigine
spalancata a divorare una compagine di immagini
E resto insonne, la tenerezza di mani giunte
davanti ad un ritratto, non ho dimenticato
neanche un piccolo tratto del santo tuo aspetto,
non posso oltrepassare il recinto del pianto
per riabbracciare anche solo l’idea di quel che di te sento,
passano gli anni, ma mai si tarla il tuo volto,
resta nell’anima intatta reliquia pregna di conforto
dove tu appari come risorto e col sorriso redento
perché non ha detriti e mai è nomade questo sentimento
foto pexels