AlbertoCirio Presidente Consiglio Regionale

Coronavirus. Alberto Cirio: Giusta la linea del rigore

A Uno Mattina il presidente Alberto Cirio ha poi dichiarato che “la situazione del Piemonte deve farci mantenere alta l’attenzione e ci dimostra che la linea del rigore che abbiamo adottato è quella giusta. Mentre sulle terapie intensive e sugli accessi ai pronto soccorso i numeri si riducono, abbiamo un dato dei contagi molto elevato. Una situazione da leggere anche in relazione al fatto che si stanno processando oltre 5.000 tamponi al giorno e che si stanno verificando tutte le strutture, soprattutto le residenze per anziani, dove ci sono le persone più fragili e dove evidentemente l’attenzione deve essere massima”.

Una Fase2 anche per la sanità. Sempre a Uno Mattina il presidente Cirio ha annunciato che “la prima cosa che costruiremo in Piemonte nei prossimi giorni, non ricostruiremo ma costruiremo, sarà la medicina territoriale, che è mancata perché non c’era. Facevo il presidente da sette mesi quando è scoppiata l’epidemia e la sanità non la distruggi e non la costruisci in sette mesi, prendi quella che c’è. Ho trovato punte di eccellenza straordinaria: in Piemonte non abbiamo mai dovuto decidere chi curare, abbiamo curato tutti perchè si sono raddoppiati i posti di terapia intensiva e triplicati quelli di sub-intensiva. Ma, mentre negli ospedali la sanità strutturalmente era eccellente, sui territori era assente: abbiamo degli eroi, i medici del territorio, che però si sono trovati a operare privi di un sistema che li organizzasse e li coordinasse perché non c’era. Questo è il più grande insegnamento di questa esperienza: se si vuole curare la gente a casa, evitando che arrivi in ospedali, magari guarendo prima, dobbiamo avere una rete territoriale che funzioni”.

Sarà la scienza a dire se il 4 maggio è la data giusta. 

“Guardo al 4 maggio, ma sarà la scienza medica a dirci se quello sarà il momento giusto”: così il presidente Alberto Cirio ospite di Uno Mattina su Rai Uno parla così della Fase 2. “Noi abbiamo il dovere di farci trovare pronti – aggiunge – Per questo col Politecnico di Torino e, quindi, con la scienza universitaria, stiamo testando un modello Piemonte per tutte le filiere produttive che sottoporremo al Governo. Quello che è certo è che il Governo dovrà fare scelte omogenee, magari non per tutta Italia ma per aree geografiche omogenee sì”.