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Ci viene incontro

una primavera beffarda

di un vuoto torrenziale

colmato solo dall’angoscia

di una voce monocorde

declinata

alla solitudine dei suoni

in questo tempo delle ombre

in cui il gomitolo dei giorni

e la clessidra ristagnano

in un cerchio buio

di meste voci

a cui guardano

occhi di sale e di paura

verso volti scavati

in queste ore arruffate

a scandire tenacia

e perseveranza

non volendo chiudere

l’uscio alla speranza

scevra, quest’anno,

delle bellezze

che la natura elargisce

come fiore di rinascita.

 

@Grazia Denaro@