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Emergenza Coronavirus, gli asili nido privati sull’orlo del baratro: appello di DemoS a Governo e Regioni

Gli asili nido rischiano di restare chiusi per sempre e anche per i bambini e per i genitori potrebbe essere molto problematico. Dimenticati e invisibili così come i servizi educativi privati, al momento abbandonati e condannati dal Governo e dalla Regione Piemonte a scomparire. A lanciare l’allarme è DemoS-Democrazia Solidale.

“I provvedimenti attuali non hanno tenuto conto della realtà educativa privata e purtroppo gli asili si trovano ad affrontare una grave situazione di criticità per l’incertezza sui tempi e sugli aiuti. I decreti fino ad ora emanati dal Governo e le iniziative della Regione Piemonte non contengono interventi a misura dei servizi educativi, ma sono solamente provvedimenti per imprese e non  specifici per i servizi privati 0-6 anni, costretti alla chiusura già da più di un mese e vittime del prolungarsi delle giuste misure ristrettive” spiegano le coordinatrici regionale e provinciale di DemoS, Elena Apollonio e Paola Ferrari.

Che aggiungono: “Le necessarie ed indifferibili misure messe in atto dal Governo e dalla Regione per arginare la grave situazione emergenziale determinata dalla pandemia da Covid19 hanno determinato l’immediata chiusura di tutte le strutture pubbliche e private, che hanno però mantenuto praticamente tutti i costi fissi a loro carico, senza poter più contare sul contributo dei genitori che, in molte situazioni, è venuto a mancare per ovvi motivi di disagio delle famiglie stesse, colpite dalla crisi generale del mondo del lavoro, prima feroce conseguenza di questa emergenza sanitaria”.

Per DemoS quindi, è urgente trovare adeguati rimedi, considerando che alla fine dell’emergenza sanitaria, la gran parte delle famiglie che affidano i loro bambini ad asili nido e scuole materne private troverà i cancelli chiusi: in mancanza di aiuti pubblici, le rette non pagate stanno già minando la sopravvivenza di queste strutture educative che oggi, seppure obbligate a restare chiuse, sono attive con originali e variegate modalità a distanza per stare vicine ai bambini e alle famiglie.

“Sollecitiamo necessari e concreti interventi a lungo termine e studiati ad hoc per i servizi educativi prima infanzia: un sostegno da Regione e Governo per mantenere attiva l’offerta dei nidi privati che costituiscono il 70 per cento delle strutture a livello nazionale, svolgendo un ruolo fondamentale educativo e sociale – sottolineano Apollonio e Ferrari – I costi dell’emergenza non devono ricadere neanche sulle famiglie creando squilibri e inutili tensioni sociali. Al grido d’aiuto dei nidi alle istituzioni si sono uniti anche molti genitori per far sentire la voce delle famiglie non tutelate dalle stesse istituzioni. Ci vogliono pertanto misure massicce per sostenere l’intero sistema educativo, altrimenti i servizi su cui abbiamo contato fino a un mese fa non resisteranno, creando una nuova emergenza sociale per le famiglie alla ripartenza delle attività lavorative”.

DemoS sottolinea come grazie anche al servizio offerto dai nidi privati, il Piemonte è arrivato a garantire alla sua popolazione la copertura del 33% per quanto riguarda le strutture per le bambine e i bambini al di sotto dei tre anni, come auspicato dal Consiglio Europeo. Questi servizi sono entrati a far parte del sistema integrato dei servizi per la prima infanzia, fatto che li ha sottoposti ad un processo di adeguamento progressivo ai requisiti richiesti dal sistema stesso allineandosi agli standard previsti e che ad oggi dopo cospicui investimenti anche economici rischia di sgretolarsi se non ci saranno concreti e urgenti aiuti per evitare il fallimento economico e non solo.

Concludono Apollonio e Ferrari: “Fino a ieri, prima dell’emergenza, i servizi privati riuscivano con difficoltà a mantenersi da soli, stretti tra la necessità di contenere le rette senza gravare eccessivamente sulle famiglie ed un contesto economico, come quello piemontese, in forte crisi che ha portato ad un costante incremento dei costi di gestione. Ciascuna struttura privata può contare solo ed esclusivamente sulle proprie forze a questo si aggiunge un ulteriore elemento di vulnerabilità dei nostri servizi: a gestire e ad essere impiegate nei servizi privati sono solo ed esclusivamente donne, spesso giovani madri, che tutte insieme offrono un importante servizio sociale a sostegno dell’infanzia e delle famiglie. Queste microimprese femminili arrivano, pertanto, in questo momento di grande difficoltà già provate e gravate da una situazione economico-finanziaria estremamente precaria. Se le istituzioni, in particolare la Regione, non interverranno in maniera tempestiva ed energica nell’attuare immediate misure di sostegno in questi mesi di sospensione dell’attività educativa, i servizi privati subiranno perdite economiche non recuperabili. Si assisterà quindi ad una situazione di progressivo indebitamento che non solo renderà impossibile la ripresa dei servizi, ma ne determinerà la chiusura irreversibile, con costi sociali rilevantissimi per un territorio, come quello umbro, già ampiamente provato dai fattori che vi sono ben noti. Da parte delle famiglie ci facciamo inoltre portavoce del timore che venga a mancare irrimediabilmente una parte fondamentale dei servizi alla prima infanzia che costituisce un supporto indispensabile per i genitori e per la società”.

Solo così andrà tutto bene e gli asili ce la faranno a sopravvivere e finalmente i piccoli bimbi potranno tornare alla normalità e alla loro felice quotidianità al nido.