Foto di Marcello Comitini

Tra gli spigoli taglienti di palazzi senza colore
punteggiati dal nero dei corvi
silenziosi come monaci eremiti
che meditano e guardano dall’alto
strade senza nomi né volti
e uomini e donne in corsa
verso una meta che ogni giorno si allontana
sino a svanire e riapparire mortalmente vicina,
vedo salire nel pulviscolo autunnale
un’aurora australe all’orizzonte.
L’aria fredda la volge da tutte le parti
come uno stormo infinito
di moscerini in cerca di sole.
Un fazzoletto d’addio.
Uomini e donne spalancano gli occhi
alzano le braccia corrono dentro i palazzi
aprono le finestre gridano il nulla
delle loro mura.
Il vento ha mischiato il rosso col verde
ha creato la malinconia
del giallo effimero come le foglie
strappate dai rami.
Turbinano rumorosamente ai miei piedi
in questo grave silenzio.
Guardo lo spazio infervorato dai colori che mutano
sino a svanire. Attendo il volto di un dio
la sua parola
trasportata da cieli lontani
che ignorano l’inganno dell’aurora australe.