IL CANCELLO SUL PONTE

Non ho acqua per aspergere il tuo corpo
e neppure monete da porre sugli occhi.
Un sacchetto di sale
ha preteso la guardia per scatenare
il passaggio sul campo.
L’afasia del giorno si erge con ciglia gommose.
L’aria arraffa il silenzio. Oscura cataste di cielo.
Qui in paese uno strano potere
invischia il fondo dei pozzi, rafferma
vasi di acqua.
Ho trovato mucillagini scure
nel secchio, stamani
e le donne vanno al fiume
a sciacquare le vesti, gli infanti
neppure chiedono latte dal seno.
Alla veglia del passo
il cancello sul ponte richiede presenza
e il sole è cera che si scioglie nel vento.

INSOLVENZE

Reclusi
dentro un tempo sospeso
restiamo.

Isolati.

Potere
che gli uomini muta
in larve mute.

SPOSTAMENTI

Di schianto
conto barriere depresse
l’onda si è franta
e in giro ha lasciato
bolle d’aria
e
vuoto assoluto.

INTENTI SU SE STESSI

Con le venalità dell’esistenza
la sindrome d’infinito
si fonde
e vigore le infonde
necessario per traguardare
l’oggi intenti su se stessi
restando.
Sono le emozioni
recepite e trasmesse
ad evolvere
il vissuto connettivo
di ciascun essere.

Lucia Bonanni

Tutti i diritti riservati all’autrice

Nota dell’autrice

Il componimento “Il cancello sul ponte” è ispirato all’emergenza sanitaria del COVID-19 come pure i due frammenti “Insolvenze” e “Spostamenti”. Nel primo ci sono richiami all’opera di Sofocle “Antigone” per quanto riguarda la morte e il rito della sepoltura, il salario richiesto per poter attraversare luoghi e confini e infine ci sono anche rimandi all’opera “La casa di Bernarda Alba” di F.G. Lorca circa la paura del possibile inquinamento venefico dei pozzi e la realtà delle madri e dei bambini andalusi. “Intenti su se stessi” vuole essere una riflessione sull’importanza della conoscenza del proprio sé come pure la necessità di non perdere mai di vista il valore della propria interiorità, anche in relazione ai rapporti sociali e alla libertà di pensiero.

L.B.