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DemoS sul Riparti Piemonte: “Insufficiente il sostegno a famiglie, istruzione e case popolari”

Dopo una tre giorni di Consiglio regionale in videoconferenza, il Riparti Piemonte è legge. Il Ddl 95, infatti, è stato approvato nella serata di mercoledì 27 maggio con i voti di tutta la maggioranza, perplessa e contraria l’opposizione. Il Riparti Piemonte servirà a rilanciare il tessuto socio economico piemontese messo a dura prova dall’emergenza Covid.

Giudizio negativo viene anche espresso dai Coordinamenti regionale e provinciale di DemoS-Democrazia Solidale.

“Dopo un anno di amministrazione di Centrodestra ci troviamo di fronte al primo provvedimento economico della Giunta Cirio. Tuttavia molte voci presenti nel Riparti Piemonte sono già allocate nel bilancio da poco approvato, per cui le nuove risorse ammonterebbero a soli 50 milioni, troppo pochi” sostengono Elena Apollonio e Paola Ferrari. Secondo DemoS manca una visione strategica industriale, ci sono dubbi di costituzionalità di alcune norme, che potrebbero essere impugnate, come quelle che prevedono appalti solo per aziende con sede entro i confini regionali. Il Ddl “lascia indietro troppe categorie, tante famiglie legate a quelle attività sono rimaste sole. Questo provvedimento – prosegue DemoS – dà il via libera al consumo indiscriminato del suolo invece di riutilizzare l’esistente. La deregolamentazione metterà a rischio l’economia legale. È stato promesso il bonus alle categorie, ma poi non è stato dato. Non c’è il ripensamento dei luoghi di lavoro ed è inaccettabile la vicenda dei centri estivi e l’abbandono degli indigenti”.

Concludono Apollonio e Ferrari: “La Regione ha trovato solo 50 milioni davvero nuovi. Bisognava sostenere meglio famiglie, istruzione e case popolari”.