La Mia Valle, di Giuseppe Buro
La Mia Valle
Torno sempre alla tua alcova e tu
ogni volta allo stesso modo mi accogli,
ed io come un giovane pastore sverno
a valle, immutabile il cammino per le strade
che percorro.
Tra i muschi e le rugiade il tempo è sempre
uguale e mi permette di fermarmi un poco
per riposare il corpo stanco e riprendo dopo
che l’orologio del paese batte l’ora.
Protetta la mia casa aspetta di essere irrigata,
riempire le crepe dove passa la luce e dove
tu ti mimetizzi per non farti trovare, quando
torno dai miei monti.
Verso sera la luna nelle sue fasi mi riposta
alla mia ribellione giovanile, quando associavo
le mie notti alla roulette e alle belle donne,
e ogni tanto ritorna quel pensiero e i sogni.
Ed è allora che capisco che il mio paesaggio è
quello e mi manca e sono i tuoi occhi quelli
che voglio, come il pulviscolo che attraversa
la luce riflette il silenzio mistico della valle.
Ed è allora che io ti voglio e assaporo il tuo
corpo e rifletto e rinasco nella mattina che
dipinge questa vita, dove il presente, il passato,
il silenzio e la pioggia tutto mi disseta.
@ Giuseppe Buro