Tienimi per mano

Tienimi per mano,
e fa che ritrovi più un padre,
che un amante.
Tienimi al Tuo fianco
nel ridere confuso
di una giornata
trastullata e osannante.
Tienimi
come fossi ragazzina,
seduta sulle tue gambe
forgiate al tornio,
possenti di muscoli
e di energia.
Lasciami ancora
piangere
tra quelle tue braccia
maschili
che odoravano di terra
e segatura.
Di sassi lanciati
e di pomodori tirati addosso
alle signore
in abiti da sera.
Tienimi per mano
quando ancora imberbe
bighellonavi la scuola
e nei campi
sfogavi l’argento vivo
che avevi in corpo.
Tienimi per mano,
anche se il ricordo
non sbiadisce e ad
ogni anno che passa,
tu ci sei sempre
a farmi compagnia!


Come zattere


Camminavamo
in anni già vissuti
con un garofano
tra i capelli
e fogli sparsi in cucina.
Avevamo letto,
amato,
fumato di nascosto,
crescendo
con l’anima
bambina.
Ci siamo fatte donne
con unghie laccate,
calze a rete
e minigonna.
Accanto al jubox
ci siamo mestruate.
sverginate,
date in pasto all’uomo
come in una sorta
di schiangai.
Da vecchie,
gonfie di labbra e tette,
la morte ci ha raccolte
come zattere
per l’Aldilà!


Taci


Taci, il cielo
è taciturno.
Neppure la luna
pare ancora
destarsi.
Non parlare,
stretto al mio cuore.
Siamo isole,
naufraghe
all’orizzonte.
Su questo mare calmo,
che le stelle confondono,
si elevano canti
e lodi d’amore.
Restiamo
in ascolto,
addormentati
in un viaggio
intorno al mondo.
Sarà il dio dell’alba
a svegliarci
e la danza dei delfini
che irridono le onde!

Maria Rosa Oneto,

tutti i diritti riservati all’autrice

Maria Rosa Oneto