Uscito nelle librerie il 2 luglio scorso, “Bevande Incluse” è il nuovo romanzo di Roberto Centazzo, che prosegue il filone iniziato proprio lo scorso anno con “Tutti i giorni è così. Le storie di Cala Marina”, che presentammo proprio su Alessandria Today lo scorso anno.

Approfittando del fatto che Roberto Centazzo sarà ad Alessandria venerdì 24 luglio, dalle ore 17:30, per un firmacopie presso la libreria Berardini, proviamo a stuzzicare i lettori parlando del nuovo romanzo proprio con l’autore.

– Roberto, come prima cosa raccontaci qualcosa di Cala Marina e della sua piccola stazione, che rappresenta un po’ il palcoscenico su cui fai muovere i tuoi personaggi, molti dei quali sono gli stessi che avevi già introdotto nel romanzo precedente: l’edicolante che vende fumetti, la bella barista Ludovica, il professore di matematica, il capostazione, il taxista Bartolomeo e soprattutto Adelmo, l’addetto alle pulizie che, pur essendo muto, o forse proprio perché è muto, lo hai fatto diventare colui che racconta le vicende dei due romanzi.  –

Si tratta di un microcosmo, di una piccola comunità di persone che popola la stazione ferroviaria; ogni giorno, come racconto nel primo romanzo, Tutti i giorni è così, fanno le stesse cose, compiono gli stessi gesti, vivono la loro quotidiana routine. Uso tinte pastello, siamo nel 1967, il mondo è fermo, in bilico su quella che sarà la linea di demarcazione tra “il moderno” e “l’antico”, prima del capovolgimento di costumi, di idee, di comportamenti che l’ondata rivoluzionaria del ’68 porterà nel mondo. Si ascolta Little Tony, si godono gli ultimi sprazzi del boom economico. Tutto sembra apparentemente tranquillo. Ma poi, un fatto straordinario arriverà a sconvolgere quella quiete apparente, la scomparsa di una donna, un cadavere…

– Alcune delle caratteristiche narrative che avevi introdotto nel romanzo precedente, le ritroviamo anche nella vicenda raccontata in “Bevande Incluse”, quasi a voler rimarcare alcuni messaggi, alcuni spunti di riflessione, che vuoi lasciare ai lettori. Uno su tutti: il ruolo del destino nella nostra vita e nella vita dei personaggi di una piccola comunità, come quella che descrivi nel romanzo. –

Questa domanda mi fa particolarmente piacere, è tutta lì la chiave di lettura di questa mia nuova serie di romanzi. Certi grovigli che sembrano inestricabili sono frutto della mano dell’uomo o del destino? Prova a pensare a ciò che a volte fa un gatto: porta in giro per casa un gomitolo, lo srotola, lo dipana e, correndo tra sedie e mobili, lascia dietro di sé un intreccio fitto e misterioso. Se uno si ferma a guardare quel che ha combinato vedrà un ingarbugliamento inesplicabile. Ma c’è un disegno in tutto ciò? O è solo il risultato della causalità. Nella vita succede questo, spesso su una trama casualmente creata dalle circostanze si sovrappone l’ordito creato dall’uomo a formare un disegno inestricabile, ed è difficile per l’inquirente distinguere l’uno dall’altro, sapere cosa è frutto del destino e cosa dipenda invece dalla volontà umana. I personaggi di questa nuova serie di romanzi si muovono in questo contesto, ognuno di loro con i suoi limiti, le proprie fissazioni, la propria esistenza “stagnante”.

– Un’altra similitudine tra i due romanzi è che entrambi ruotano intorno alla sparizione di una donna. Si tratta, però, se posso dirlo, di due sparizioni completamente diverse. E non soltanto per il fatto che la bella misteriosa di “Tutti i giorni è così” scende dal treno e scompare, mentre Barbara, la protagonista di “Bevande Incluse” per scomparire sul treno ci sale, ma proprio perché dietro alla sparizione di Barbara c’è tutto un tormento interiore, una mancanza di gioia, anche coniugale, che tu ci descrivi con grande sensibilità. –

Grazie. Il bello dei romanzi, tu che sei scrittore lo sai, è proprio svelare a poco a poco ciò che sta dietro alle scelte, anche quelle, come dicevo in precedenza, che sembrano casuali. Cosa induce Barbara a salire su un treno e sparire? Siamo di nuovo a parlare del tema della differenza tra causalità e casualità, ogni nostra azione comporta dei cambiamenti futuri e anche ciò che sembra casuale invece può rivelarsi figlio di una determinazione passata. Aspetta… fammi rassicurare i lettori, tutto questo sta dietro, nella mia testa; il romanzo corre via senza pistolotti filosofici!

– Hai deciso di ambientare le storie di Cala Marina nel 1967. Si tratta di un caso o ci sono delle ragioni precise per la scelta di questo anno, che solitamente non si ricorda per eventi significativi? –

Il 67 è la linea di demarcazione tra passato e futuro è la quiete prima della tempesta, è il mondo ancora dai colori definiti, l’azzurro azzurro, del cielo e del mare, il giallo giallo del sole. Come sarebbe a dire non si ci sono stati eventi significativi? È l’anno in cui andavo in prima elementare e decidevo che da grande avrei fatto lo scrittore! Scherzo ovviamente, ma quello che racconto è figlio di quei ricordi, dei motorini Ciao, del Cantagiro che bloccava la città, dell’odore dei pitosfori o delle conchiglie trovate sulla battigia dopo una mareggiata. Era un mondo candido, si ascoltava Little Tony.

– In conclusione, parliamo un momento della copertina. Personalmente la trovo molto evocativa. L’immagine di questa giovane donna che, in piedi nel corridoio, guarda fuori dal finestrino con occhi velati di tristezza, rende bene l’idea di una persona che sta vedendo passare tutta la sua vita al di là del vetro. E anche il titolo “Bevande Incluse” e soprattutto il sottotitolo “Le occasioni sono come i treni. Non bisogna perderle” rappresentano quasi un trailer del romanzo. Cosa ti hanno detto i lettori a riguardo? –

Guarda ti riporto integralmente il giudizio di una lettrice. “La ragazza sulla copertina fissa il vuoto, ha preso una decisione che le cambierà l’esistenza, ripercorre il proprio passato, ricompone i ricordi come se non le appartenessero più, quasi fossero spezzoni di un vecchio film in bianco e nero. Ha acquistato un biglietto ferroviario senza ritorno con l’intenzione di reimpostare la propria vita!”

Praticamente sembrava aver già letto il libro, vuol dire che la copertina è davvero molto evocativa. Aggiungo una considerazione: a volte la fuga può essere l’unico modo per salvarsi la vita.

– Grazie Roberto della tua disponibilità e diamo appuntamento ai tuoi lettori, alessandrini e non solo, e a tutti coloro che avranno piacere di incontrarti, venerdì 24 luglio, dalle 17:30 in avanti, alla Libreria Berardini in Via San Giacomo della Vittoria 87 ad Alessandria. –

Grazie a te, Bruno, è piacevole chiacchierare con un caro amico come sei tu. Aspetto tutti con grande piacere alla Libreria Berardini.