Vivere è andare oltre. Questi giorni per me strani, complessi, difficili, all’improvviso si sono trasformati. Ho visto una sorta di dispiegamento di forze tutte volte a riaccendermi il sorriso mentre, Deo gratias, non mi si è mai spento l’intelletto.
Bellezza è trovarsi dopo mezzo secolo, dopo mezz’ora o dopo una giornata di lavoro con tua madre e sorridere.
Affetto è spingere a mangiare chi ha perso l’appetito, raccontarsi segreti, trionfi e sconfitte con la naturalezza di chi si è vista sempre o mai, non importa. Affetto è attivarsi all’ascolto aspettando che l’altra voglia parlare, rispettandone tempi e spazi, senza chiedere mai.
Non sono ventotto anni, né cinquanta, né un’ora a stabilire la qualità.
A volte si sbaglia, altre si è giusti, altre ancora si evita di cadere nelle trappole del giudizio e nelle etichette.
Non siamo barattoli su di uno scaffale da prendere per consumare preferibilmente entro una data stabilita o al bisogno.
Non è la durata a fare la qualità ma la capacità di pensarsi in modo pulito, limpido, cristallino.

“Non chiamare stolto nessuno tra voi, giacché in verità noi non siamo né saggi né stolti. Siamo verdi foglie sull’albero della vita, e la vita stessa è al di là della saggezza e, certo, al di là della stoltezza.”
(Kahlil Gibran)




@lementelettriche – di Paola Cingolani