A Gianrico, di Bruno Mattu

A Gianrico

So che può sembrare superfluo e tardo, ma ieri mattina, quando mi sei comparso improvviso in un post, in cui ti affacciavi con un sorriso dalla stoffa pesante di un sipario, a leggere quelle brevi frasi:

 “Addio Gianrico.

 Aspettavo Carosello solo per vederti.”

aggiunte da un amico di Facebook,

 non ho potuto che sentire un forte groppo in gola e lasciare che le lacrime sgorgassero copiose.

Non lo avevo ancora saputo che eri andato via…

Di persona non ti avevo mai conosciuto, nè visto a Teatro nelle tue memorabili interpretazioni. 

Avevo avuto la fortuna di guardarti in Tv, di apprezzare quel tuo stile pacato, quella gentilezza che traspariva nel tuo recitare. 

Avevo visto i tuoi Caroselli anch’io, all’epoca bambino e poi ragazzo, con le caramelle e poi adulto quando con Kaori invitavi ad apprezzare le qualità di un formaggio spalmabile.

La tua voce era inconfondibile e quanto piacere mi ha fatto rivederti ad aprile in televisione in una delle tue ultime commedie, intorno alla data del tuo centesimo compleanno,

che la Rai si era ricordata di omaggiare.

Quanto ero stato contento di saperti ancora in salute, uno degli ultimi Grandi Attori, testimone di un tempo trascorso in guerre, sacrifici e gavetta, che i giovani di oggi non hanno conosciuto.

Grazie per tutto quello che ci hai donato in tutti i tuoi anni con la tua Arte e grazie per la bellissima frase che hai scelto per salutarci:

“Mi sono trasformato. Ciao amici, ci rivedremo”

Ci rivedremo, Gianrico, intanto ti porto nel mio cuore…