Davide Lajolo, scrittore e poeta, di Mario Grasso

Davide Lajolo nasce a Vinchio il 29 luglio 1912 da una famiglia contadina. Rimane sempre legato al suo paese rendendolo un luogo letterario attraverso i suoi racconti. Segue gli studi classici in collegi salesiani, ma per il suo carattere ribelle viene espulso. 

Partecipa alla guerra di Spagna, mandando delle corrispondenze a Il popolo d’Italia. Su questa esperienza scrive Bocche di donne e di fucili, seguito da due raccolte di poesie: Nel cerchio dell’ultimo sole e Ponte alla voce. Partecipa alla Resistenza con il nome di battaglia Ulisse e sull’esperienza scrive, nel 1995, A conquistare la rossa primavera

Dirige il quotidiano L’Unità ed è condirettore della rivista Europa letteraria. È parlamentare per tre legislature. Nel 1960 dà alle stampe la fortunata biografia di Cesare Pavese, Il vizio assurdo, tradotta in molte lingue. Fra le sue opere si ricordano: Il voltagabbana, Come e perché, I Rossi, Veder l’erba dalla parte delle radici – con il quale vince il Premio Viareggio. 

Scrive inoltre le biografie di Fenoglio Un guerriero di Cromwell sulle colline delle Langhe e di Di Vittorio Il volto umano di un rivoluzionario. L’ultimo suo libro è Gli uomini dell’arcobaleno, dedicato ai suoi amici pittori. Chiude la sua vita a Milano il 21 giugno 1984.

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