La silloge “Lo sguardo oltre…”edita nel 2015 da Aletti è un’opera prima.L’autrice vi raccoglie poesie nate” dall’urgenza del dire” o meglio ,di estraniarsi e nello stesso tempo appropriarsi, in modo più consapevole,  di emozioni e sentimenti forti che l’attraversano

E’già questa una raccolta caratterizzata da quello che diventerà un leit motiv : l’interiorità che diventa specchio per guardare se stessa ma anche per riflettervi la vita altra e cercare una condizione di comune sentire, nella ricerca della parola poetica come strumento per esorcizzare da sé e nello stesso tempo concretizzare timori o emozioni troppo intense.

E’questa raccolta,dunque,il primo approccio alla poesia,vista come il mezzo precipuo per superare gli ostacoli, ma nello stesso  tempo penetrare nel fondo delle cose, andando a sviscerare una realtà più intima e profonda di quella che può essere percepita o compresa inizialmente .

I temi presenti sono quelli della quotidianità dell’autrice ossia gli affetti, i viaggi, gli eventi che destano interesse per il loro accadere e incidere nel bene o nel male,  nella realtà e poi ancora i ricordi, come elemento irrinunciabile dell’essere che vive pienamente ed intensamente emozioni e sentimenti.

 Ne danno conferma le sezioni in cui è suddiviso la silloge:”il senso delle parole”;”stagioni”;”paesaggi”;”dedicate “e “vita”,volte appunto a raggruppare testi che cercano di essere domanda e risposta a questi nuclei tematici .

Ne deriva dunque quella visione dell’andare “oltre “, alla maniera dei poeti simbolisti ,alla ricerca mai cessata,di quella  illuminazione che non sia solo “epifanìa” della realtà e del vivere.

Può dunque sembrare scontato questo titolo che vuol essere la sintesi di tutta la raccolta ma corrisponde a quello che da sempre ogni poeta cerca: un approdo alla sua ricerca del senso della vita e di comprensione del reale. E da sempre chi riflette, si pone le stesse domande irrisolte, nella ricerca di una verità e di un senso che la parola sembra , almeno temporaneamente,suggerire.

C’è dunque qui la fiducia riposta nella poesia, in un mondo contemporaneo che non ha spazio per il tempo, per l’indugio, per la riflessione, per il guardarsi dentro e guardare dentro il mondo. Quella poesia che ostinatamente continua a voler dare spiegazione e conservare il ruolo semantico e musicale della parola.

L’espressione di plasma sul contenuto della lirica e si fa verso breve o lungo,musicale e ritmato o quasi prosaico, nella convinzione che deve esserci immediata empatia con il lettore al fine di poter da subito,anche in modo fonosimbolico,comunicare il profondo sentire .

I vari riconoscimenti ottenuti da questa silloge confermano che la poesia è ancora viva e che è capace di farsi interprete della voce interiore di tanti .

Ha infatti ricevuto :

  • A) il premio nel concorso di poesia e narrativa “Tagete “ nel 2016 
  • B) segnalazione di merito al concorso”Premio internazionale “Cinque- terre golfo dei poeti”nel 2017-
  • C) segnalazione di opera finalista al concorso “Dal golfo dei poeti Shelley e Byron alla val di Vara “4° edizione nel 2017
  • D) segnalazione di merito al concorso internazionale”Cumano –Quasimodo”II edizione nel 2018
  • E) Segnalazione di opera finalista  al concorso internazionale A.U.P.I nel 2019
  • F) Segnalazione di merito al concorso internazionale “il giglio blu 2019”di Firenze
  • G ) 3° premio  al premio internazionale di Poesia “città di Varallo 2019”
  • H )Menzione di merito al premio internazionale “Ascoltando i silenzi del mare 2020

Lanterne di carta, di Gabriella Paci

Effimere e lievi lanterne di carta s’innalzano pigre

nell’alito caldo del cielo di luglio.

Una mano le accende,vogliosa

del volo:

 ne segue lo sguardo

quel lento ondeggiare

di sogno incompiuto

nella notte ubriaca di grilli.

Son boccioli di carta

meduse del cielo

gocce  di tinta scappate al pennello…

son magìa d’ una sera d’estate

che una luna di latte

asseconda chiamandole a sé.

Effimere e lievi lanterne di carta

lasciate che nella tremula stilla di luce

il desiderio palpiti ancora

nell’alito caldo di una notte d’incanto.