non narrarmi allo sguardo con

l’età della tua differenza

da me

non so se l’abitare la mia giovinezza

sfrena in te

l’ordigno che la mia maturità

fa già scoppiare

.

forse ho quel nome che

non sa più parlare

dico forse per non dire si

per non dire no

per lasciare la scelta frastornata

.

dove si è cacciato il nostro mantra?

ciò che viene non ci appartiene

se non dissodiamo l’arida zolla

e sprigioniamo il canto:

amore marginale e noi

margini d’amore

.

ma non narrarmi allo sguardo con

l’età della tua differenza

da me

è cenere insolente che ammicca nel cercare

e nel rifiutare piange

l’unico mio pianto

,

dis-appartenenza d’amore

immobile e fugace

di me hai fatto una diaspora:

che la tua follia continui a

baciare la mia bocca

a depistarmi il ventre

.

sottile esistenza del gioco!

la vedo acquattarsi irrequieta

sulla lingua

e scegliere i sorrisi più altrove

nella fenditura da nessun luogo in cui

desiderante

ritrovi il punto di non ritorno

.

l’assurdo gesto del vento che

pure sfiora gioia

     in questa nostra

              insufficiente fine

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