Scarpe da ballerina

abbandonate sul densflo,

mentre rimetto arcobaleni

abbracciato ad un lampione.

La confraternita dei giullari

si rimette in marcia

con ferri da stiro

al posto dei piedi

ed una cometa nera

riflessa nell’iride.

Vivo un’interminabile

insonnia,

ad occhi aperti

fissando la somma

di coltri di buio,

ma l’ego palombaro

s’inabissa nell’insomma

zavorrato dalla sete

di verità indecifrabili,

talmente palesi

da essere

palesemente negate

da persecutori

con pensieri persecutori,

fiori appassiti

sulle lapidi

di arcigni deserti

in carne ed ossa.

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