Si può morire a Venezia,
perfino a Roma…
si può morire
cercando il tempo del silenzio
nella infelicità che deriva
nel non essere amati,
nella tristezza di essere scordati,
nella lunga vita che ferisce,
dopo una lunga bugia di comodo.
Si può morire
e rimanere vivi nella ragione,
la morte a volte è una prigione,
non di sbarre ma di sofferenza.
Si può morire senza consistenza
nella bella tolleranza del male
che è mera ossidazione
delle cellule che ci tengono in vita.
Si può… ma non ora.
Ora voglio essere l’animale
che diventa immortale
con un sorriso di gioia,
con l’eccesso d’anima
che spaventa il corpo,
nel possesso del morto,
non della sua rigidità
ma della serenità e la pace.
Nulla so del silenzio che tace
l’inclinazione ad analizzare
i processi interiori.
Nei miei tempi migliori,
dall’amore proprio
derivano altre forme d’amore,
anche se potrei morire,
voglio vivere per ricordarlo.

di Yuleisy Cruz Lezcano