Intervista – presentazione dei libri – alla scrittrice Rita Stanzione, a cura di Pier Carlo Lava

Alessandria today è lieta di pubblicare un interessante intervista alla scrittrice nonché autrice del blog Rita Stanzione.

Nel contesto di un piano di sviluppo e potenziamento qualitativo e quantitativo della redazione sono lieto di presentare la poetessa Rita Stanzione come nuova autrice del blog.

Alfine di conoscerla meglio pubblico per i nostri lettori la sua biografia

https://alessandria.today/2020/07/01/la-poetessa-rita-stanzione-e-una-nuova-autrice-di-alessandria-today/

Intervista

Quando hai iniziato a scrivere, cosa ti ha spinto a farlo e come definisci la tua poesia?

Ho iniziato a scrivere in modo sistematico, senza averne in precedenza precisa intenzione, in tempi relativamente recenti. Si è trattato di un momento in cui sentivo il bisogno di raccogliere e conservare immagini nitide e forti dettate da una perdita, un vissuto familiare. Poi ho continuato, senza interruzione, variando temi, percorsi ed esperienze. Ho conosciuto, tra l’altro, una poetessa che mi ha proposto di scrivere in parallelo per poi vicendevolmente tentare un’analisi dei testi, eventualmente suggerirci revisioni e rielaborazioni. È stato un lavoro costruttivo, che ha avuto seguito poi con altri autori conoscenti, singoli o nello spazio di laboratori più o meno occasionali.

Non saprei dare una chiara e univoca definizione della mia poesia, credo che tocchi agli altri esprimersi a riguardo. Posso dire di riconoscere di fondo una certa “ossessione” ricorrente, il tempo che non si lascia modellare dalla necessità personale, così come la dissolvenza degli attimi verso un vuoto sconosciuto. In una forma che cambia a seconda del genere o del momento, talvolta anche un po’ ermetica, mi piace spaziare dal diletto al messaggio sociale, dallo sguardo alla natura all’esternazione di pulsioni, dalla dedica all’interpretazione di un’opera pittorica o fotografica. Tendo a scandagliare oltre le superfici, dare luce a un dettaglio, anche sconfinare in fantasia e visione. 

Una volta, ricordo, mi è stato detto che dipingo quadri surreali eppure realizzabili. Sarà vero? A ogni modo, sono ancora grata all’autore di tale giudizio, che spero sempre di non deludere.  

Ci vuoi parlare dei libri che hai scritto?

Le pubblicazioni hanno avuto inizio nel 2012 e si sono susseguite in modo discontinuo fino al 2017, dopodiché ho deciso di fare una pausa e aspettare, non so bene cosa, ma sento di non avere attualmente nessuna urgenza. Ogni libro raccoglie un lasso temporale non sempre distinto da quello degli altri, alcune uscite sono state talmente vicine l’una all’altra – ottenute come premi di concorsi – da intersecare cronologicamente i contenuti. Le tematiche stesse sono combinate tra loro in maniera apparentemente casuale (tranne che in Spazio del sognare liquido sul tema dell’eros), ma secondo un filo coerente a un andamento sinusoidale più o meno ampio di alti e bassi. Si alternano toni gioiosi e malinconici a rispecchiare quella che può essere una predisposizione umorale variabile, che in molti sperimentiamo. La spinta a pubblicare è nata da critiche favorevoli ricevute da lettori o poeti, da alcuni esperti del settore come critici o giurati di premi letterari, ma anche dal desiderio di tenere e lasciare un’orma tangibile delle mie ispirazioni.

In ordine temporale qui di seguito vi è l’elenco dei libri: 

 Del 2012: L’inchiostro è un fermento di macchie in cerca d’asilo, Libreria Editrice Urso; Spazio del sognare liquido, ed. Rupe Mutevole collana Heroides; Versi ri-versi, Carta e Penna editore; Per non sentire freddo, ebook Editrice gds Diffusione Autori.

Del 2013: È a chiazze la mia bella stagione, Libreria Editrice Urso;

Del 2016: In cerca di noi, Collana Viola dell’Associazione Culturale UniDiversità; 

Del 2017: Canti di carta, Fara Editore; Di ogni sfumatura, Libreria Editrice Urso; Grammi di ciglia e luminescenze -60 Haiku, Vitale Edizioni.

Hai ottenuto ottimi consensi ed ambiti riconoscimenti ce ne vuoi parlare?

I premi letterari, in aggiunta alle pubblicazioni, hanno il merito di far conoscere l’opera di un autore che si è distinto, di rendere partecipe un pubblico più o meno ampio e quindi diffondere la cultura della scrittura contemporanea. Per gli autori, così come posso dire dalla mia esperienza, sono occasioni per acquisire il giudizio competente di una giuria scelta e confrontare il proprio lavoro con quello di altri. Ho iniziato a partecipare a concorsi su invito di altri poeti e ho raccolto interessanti risultati, vivendo belle emozioni per i riconoscimenti ricevuti. Penso, però, che non bisogna mai adagiarsi, piuttosto cercare di crescere ancora, continuare il dialogo con i lettori, mandare messaggi di bellezza -quella che si dice possa salvare il mondo – sperimentare il nuovo e ampliare il proprio esercizio di libertà, perché la poesia è anche questo: essa rifugge il compromesso, è coraggiosa. 

Recentemente sei diventata autrice su Alessandria today, come definisci questa nuova esperienza?

Sono onorata di essere autrice di Alessandria today, un blog di cultura che già conoscevo e che in precedenza visitavo occasionalmente. Un sito che trovo completo e giustamente molto seguito.

Questa esperienza, iniziata casualmente con la pubblicazione di un racconto breve, è per me un’ulteriore occasione di condivisione. Ben venga ogni spazio di diffusione e confronto che sia di spessore e quindi formativo. 

Molte tue opere sono presenti in antologie, riviste e siti di letteratura nazionale, ce ne vuoi parlare?

Ho scelto da anni di contribuire alla realizzazione di raccolte di poesie di autori vari, cartacee o in ebook, e   pubblicare le mie opere in più siti e blog non solo in Italia ma anche in altri Paesi, perché credo molto nella condivisione e nella sinergia di più voci insieme. La diffusione oggi viaggia ampiamente via web, trovo naturale adeguarsi a questo canale, da cui a volte nascono raccolte cartacee, collaborazioni e progetti interessanti. 

Chi sono per te gli scrittori e i poeti?

Sono persone per le quali la letteratura è una necessità. Capaci di sondare, presentare, intersecare immaginazione e realtà, instillare consapevolezza e profondità, trasportare altrove, dare conoscenza, sostenere idee e tanto ancora.  La letteratura avrà sempre interpreti e cultori, quindi non può che continuare il suo corso. Scrittori e poeti hanno il compito e il privilegio di coinvolgere e far germogliare il pensiero, il che non è poco. Direi che il loro impegno diventa, all’estremo, una responsabilità verso gli altri e non solo diletto o introspezione.

Collabori con il Movimento letterario UniDiversità di Bologna, ce ne vuoi parlare?

Il movimento letterario-artistico “UniDiversità”, Lo specchio di Alice, di cui faccio parte dal 2016, è un’associazione culturale di promozione sociale fondata nel 1998 a Bologna, le cui attività sono gestite in regime no profit. Obiettivo dell’associazione è valorizzare le diversità di pensiero in momenti creativi unitari. Gli strumenti attraverso cui opera sono: cenacoli di scrittura collettiva, narrativa e poetica, laboratori di idee che si concretizzano nella pubblicazione di romanzi collettivi; la rivista bimestrale Quaderni-Incontri per riflettere, che favorisce il confronto di scrittori, poeti, pittori, fotografi, musicisti e autori creativi di tutte le arti, su temi di interesse individuale e sociale. Numerose sono le conferenze, i convegni e le presentazioni di libri di soci. 

Quali sono i tuoi autori preferiti e in particolare chi ti ha ispirato?

Non so se sia stata o sia influenzata da qualche autore in particolare. Forse da tutte le letture, creando alla fine un mio modo di esprimere il pensiero. Penso a tanto tempo fa, ai libri di Oscar Wilde ed Edgar Allan Poe. Ricordo l’incanto provato per Gabriel Garcia Marquez: Cent’anni di solitudine è un capolavoro di bellezza che solleva dalla realtà e fa capire che un libro a volte è meglio di un viaggio. Leggevo affascinata Pirandello, Calvino, Proust, Tolkien; ammirata Elsa Morante, Marguerite Duras, Virginia Woolf; preda dell’inquietudine in Kafka, affascinata da Dostoevskij, Tolstoj, Kundera, Oliver Sacks. Tra i poeti che prediligevo, mi vengono in mente Prevért, Baudelaire, Neruda, García Lorca, Ungaretti, Montale. Col tempo ho conosciuto meglio e apprezzato altri grandi. Per citarne alcuni: Emily Dickinson, Nazim Hikmet, Ghiannis Ritsos, Ada Negri, Sylvia Plath, Wislawa Szymborska, Marguerite Yourcenar e anche poetesse arabe contemporanee, la cui poesia è viva e coraggiosa. L’elenco delle letture continuerebbe a lungo, ed è in evoluzione.

Quanto tempo dedichi al giorno alla scrittura e solitamente a che ora preferisci scrivere?

Mi sono abituata a scrivere in diversi ambienti, contesti e periodi del giorno (ovviamente fatta eccezione per il tempo del lavoro): mi estraneo quanto basta dall’ambiente, a lungo o anche a singhiozzi, per darmi a quest’attività che definirei un misto di piacere e necessità. Non ho regolarità nei tempi che a essa dedico.  In alcuni periodi, poi, più che scrivere leggo. 

Secondo te cosa pensa la gente dei poeti e degli scrittori?

Dipende dalla conoscenza che la gente ha di poeti e scrittori. Gli estimatori e i lettori abituali sono seguaci attenti, dotati di senso critico, capaci di entrare nei linguaggi e codici specifici.  Credo che vedano gli autori come normalissime persone che in più riescono a realizzarsi in coscienze parlanti, interpreti del sentimento non solo personale ma collettivo. C’è chi si identifica o si riconosce in un’opera, in un dialogo, in un passaggio. Tutto ciò fa della letteratura un’esperienza sul piano della simulazione e forse un’àncora a cui aggrapparsi per vivere meglio. Il discorso, secondo modalità diverse, vale ovviamente per ogni arte. 

Cosa consigli a chi vuole iniziare a scrivere?

La lettura di molti autori, a cominciare dai classici per poi spaziare nella produzione contemporanea, escludendo ciò che non sentiamo di nostro interesse, è importante. Leggere – narrativa, saggistica, poesia e altri generi – aiuta a maturare la capacità di apprendere, crescere, produrre. Anche l’attenzione ad altri campi artistici può essere un input da non sottovalutare. Da evitare, direi, la chiusura nel proprio piccolo universo che porterebbe a una condizione di sterilità, così come avviene nelle società povere di scambi.

Stai già scrivendo il tuo prossimo libro e nel caso ce ne puoi parlare?

Attualmente mi sto dedicando alla libera ispirazione, in attesa di ordinare idee e testi inediti del mio archivio in evoluzione, anche per una possibile pubblicazione – chissà – non ancora in programma.

Progetti e sogni nel cassetto?

Ho un progetto a breve termine: la partecipazione a un secondo romanzo collettivo. Per i sogni nel cassetto c’è tempo, mi auguro. Preferisco non aggiungere il loro contenuto, dico solo che la realizzazione dipende da più elementi. Già avere sogni è, comunque, una condizione positiva.