Un poco di filosofia “spiccia”, di Gregorio Asero

DELLA VECCHIAIA La vecchiaia, di tutte le nostre età, è quella di cui abbiamo una nozione astratta, non fosse altro perché ci capita di viverla, per chi ha la ventura di arrivarci, nell’ultima fase della nostra vita. Quando vi arriviamo, sempre se ci arriviamo, e sfogliamo i vecchi calendari del tempo passato, le mille fotografie di quando si era giovani, le foto dei nostri figli ormai grandi e sposati, dei nostri nipoti, dei figli dei nostri amici, ci rendiamo conto di quanto lunga sia stata la nostra vita e, nel contempo, di quanto sia passata in fretta, e allora, solo allora comprendiamo il senso del tempo. 

Così, quando cerchiamo i nostri amici e non li troviamo più, perché ci hanno preceduti in chissà quale incomprensibile mondo, capita che, vuoi per paura, vuoi per pigrizia, e vuoi per una ricerca di intima religiosità, facciamo il bilancio della nostra vita e guardandosi al nostro interno si corre il rischio di non riconoscersi: vediamo il profilo di un altro uomo, di uno sconosciuto. Il quale ci avvisa che viviamo in un mondo nuovo. 

Allora si comprende cosa significhi la morte, la gioia, la lotta, la sconfitta, la vittoria, la sofferenza. I nostri nomi, perdono l’individualità per diventare parte di un insieme: il genere umano. 

Che tanti danni ha provocato al mondo intero, ma anche tanta bellezza ha saputo costruire con l’arte, la poesia, la musica, la pittura, la solidarietà, l’amore! 

Vediamo la bellezza delle immagini del creato situata dietro di noi, mentre la magnificenza delle idee ci precede trionfante. Allora ci rendiamo conto di essere serviti a qualcosa e a qualcuno, e solo allora comprendiamo quanto sia bella la vita!

gregorio asero