Racconti: Dolce la notte, di Vittorio Zingone

Dolce la notte e tiepida illuminata dalla luna piena; va lo spirito mio oltre l’azzurro alla ricerca del suo perduto Bene.    

Luna, t’imploro, coi raggi tuoi di seta apprestami una scala perché io m’involi verso il Trono santo del diletto mio Signore  e umile lo interroghi sul terreno mio destino  onde uniformarmi al divino suo salvifico volere.      

Apri la bocca tua sempre serrata, parlami suadente del dolce mio Signore, fa’ ch’io non sia dannato alla geenna per i sempiterni dì, amata luna mia, tu che compi da immemorabil tempo  il tuo viaggio monotono nel cielo senza accennar mai a una lagnanza!   

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