Racconti: Quel bosco in fiamme sono io, di Angelo Turco

da:Tania Di Malta

Quel bosco in fiamme sono io.

La montagna brucia ancora sopra Guardia stamattina. L’angoscia del fuoco mi ha preso fin da ieri sera quando ho visto l’incendio,  lassù, da casa mia: vivido, aggressivo, dilagante.

L’esperienza di prossimità del cambiamento climatico vale più di mille discorsi, si capisce. Ha poco senso per me apprendere che la Groenlandia nel 2019 ha perso  528 miliardi di tonnellate di ghiaccio, come documenta la NASA, marcando un nuovo primato dal 1948. Sento che è importante, ma non riesco a mettere nella giusta casella il fatto che rispetto all’età pre-industriale la temperatura media del nostro pianeta si è innalzata di 2° centigradi.

Se però vedo il fuoco sulla “mia” montagna, capisco subito, non dormo la notte per il crepitìo del bosco che arde, respiro il fumo acre che si spande nel cielo. 

In quell’incendio sono io che sto bruciando.

Il NYT ha osservato che quest’anno la frammentazione dei disastri ha preso il posto dei grandi episodi calamitosi, con tante vittime e grossi danni. Ecco, mi auguro che questa declinazione “epidemica” delle catastrofi ambientali aiuti la mia sensibilità a mantenere viva la coscienza che “questa” è la sfida incombente dei prossimi anni. Non secoli e decenni che non mi appartengono: anni nei quali io sarò dentro. 

E guardando alle competizioni in corso in Italia, mi augurerei che nella vetrina delle promesse elettoralistiche,  di là dagli stanchi rituali dell’organizzazione di un consenso finalizzato alla tutela di interessi variamente corporati, tra i programmi vacui,  retorici, inattendibili: ecco, qualche voce si facesse carico dell’ambiente. Che faccio io, qui ed ora, se mi capiterà di assumere la responsabilità politica che vado cercando e per la quale mi batto?