COSI’, di Vittorio Zingone
Cosi’ trascorron ratti l’ora, il giorno
come trascorro io dinanzi al mare
con sensi di dolcezza e nostalgia
per te che sei celata tra le case
d’un borgo che giace nella selva
accanto al Naviglio, al murmure Ticino.
Cosi’ potessi viverti nel cuore,
farti sulle arcane rive della vita
questo mormorio che intona il mare
sull’inclinato, curvo litorale!
Cosi’ potessi navigarti dentro
come le eteree meduse il mar Tirreno
increspato per la lieve, fresca brezza
di fronte a Fiumefreddo, Longobardi
dove, anzi il miracoloso sorgere del sole,
di mattina in mattina muovo passi,
solitario, pensieroso andando,
smemorato d’ogni altra cura, non di te,
amica lontana che mi vivi dentro.
Beccano gabbiani lor pastura
narrandosi chissa’ mai quali venture,
quali soavi sogni sognati
al lume delle stelle, di selene.
Ma poiche’ mi vedono appressarmi,
non fidando nel buon cuore umano,
spiccano il volo e posano distante,
magari spesse volte alle mie spalle
per vivere in sicurta’ gli assegnati giorni.
Come nel volo io pur vorrei celarmi,
uno di loro esser per magia,
starmene del mar Tirreno alla presenza
notte e giorno fosse finche’ vivo!
Cara, quando nell’insubria valle
saro’ ancora per magia d’aerei, di treni,
dove vivi gia’ tu dacche’ sei nata,
ti mettero’ in mano questi ed altri versi
a te dicati per narrarti al cuore innamorato
e sian gioiosa pastura per me che li vergai
prima che con magnificenza il sol sorgesse
e ancor per te, per il tuo cuore e l’anima, mia Sina.

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