Intervista al dott Guido Chichino sulla situazione Coronavirus, a cura di Pier Carlo Lava

Alessandria today, intervista al dott. Guido Chichino Direttore S.C. malattie infettive dell’ospedale di Alessandria.

Coronavirus, anche in Italia come già in altri paesi europei prima di noi il trend dei contagi è in aumento che cosa sta capitando?

Purtroppo continuiamo a ragionare con dei numeri non confrontabili fra di loro. Ora vengono eseguiti tantissimi tamponi ad una popolazione che prima non veniva testata (giovani ed asintomatici) e pertanto non possiamo dire con certezza se sono casi in incremento oppure se l’incidenza di questi casi era presente anche in primavera. In altre parole, a marzo non si riusciva ad eseguire il tampone agli anziani sintomatici mentre ora viene eseguito ai giovani asintomatici. Capisce che sono popolazioni differenti e non paragonabili con criteri scientifici. Non ho dati per poter analizzare la situazione degli altri Paesi, ma in Italia il grosso delle positività è dato da casi di importazione o legati a comportamenti tipicamente estivi e di aggregazione. In luglio e agosto le discoteche hanno rappresentato quello che a marzo sono stati gli ambulatori medici, le RSA o le sale da gioco. Il virus si trasmette sempre nella stessa maniera: contatti stretti.

Pensavamo di esserne quasi fuori, perché sta nuovamente succedendo?

La circolazione del virus non è mai cessata, era calata invece l’espressione clinica della malattia con la netta riduzione dei casi ospedalizzati, soprattutto in Rianimazione. Non ci voleva molto però a capire che i cosiddetti messaggi “liberatori” facessero breccia nei giovani con un calo evidente delle norme di prevenzione, mentre gli anziani più prudenti hanno continuato a mantenere alta l’attenzione. Parallelamente abbiamo i casi di importazione, sia di connazionali che si sono contagiati all’estero, che di stranieri provenienti da zone ad ancora alta endemia.

Cosa risponde a chi sostiene che i nuovi contagiati non costituiscono un pericolo e che si sta facendo solo dell’allarmismo?

I nuovi contagiati sono un pericolo per il fatto stesso di esserci. Se non ci fossero ci sarebbe meno virus in circolazione, mi sembra ovvio. Diverso invece è il discorso sulla gradazione del pericolo. Mi sembra altrettanto ovvio che è meglio avere contagiati, identificati ed isolati, che contagiati non identificati e liberi di contagiare altre persone. I nuovi contagiati sembra che non costituiscano un pericolo per sè in quanto generalmente asintomatici, ma sono sicuramente un pericolo potenziale per altri perché non sappiamo quale sarà la risposta del singolo individuo all’infezione.

A questo punto che cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi?

Difficile fare previsioni. La circolazione di un virus pandemico si blocca solo per alcune circostanze. 1) Blocco di qualsiasi occasione di trasmissione. Si è visto che non è sostenibile economicamente per tempi lunghi e se non lo fanno tutte le nazioni contemporaneamente. 2) Vaccinazione di massa. Non prevedibile in tempi certi. 3) Immunità di gregge. Per ora fallita con questo virus. 4) Mutazioni favorevoli del virus: Una speranza non dipendente dall’intervento umano. 5) Possibilità terapeutiche. Personalmente credo che come per l’HIV questa sia la strada che ci darà i risultati migliori, ma non so in che tempi.

Contrariamente ai dati Nazionali Alessandria sembra essere un isola felice, può dipendere da un basso numero di tamponi, oppure come lo spiega?

Come provincia abbiamo già dato in termini di malati e decessi…e in fondo abbiamo imparato come comportarci. Per ora non abbiamo problemi e mi sembra che comunque di tamponi ne vengano eseguiti, almeno il necessario.

I medici di base sono il primo fronte contro un eventuale ritorno dell’epidemia, se nella stagione invernale dovesse succedere la medicina territoriale sarà in condizioni di affrontarla (farmaci, dpi, eventualmente tamponi a domicilio, ecc.) per evitare che si intasino i Pronto soccorso degli ospedali?

Spero di si, ma non so rispondere a questa domanda perché di competenza dell’ASL.

Consiglia di vaccinarsi per l’influenza stagionale e per il Coronavirus a che punto è il vaccino?

Sicuramente bisognerà vaccinarsi per l’influenza ed anche per il pneumococco, soprattutto gli anziani. Sul vaccino per Coronavirus non sono ottimista, ma spero di cuore di sbagliarmi.

Secondo lei corriamo il rischio di un nuovo Lockdown, ma sopratutto ritiene che sia praticabile?

Il rischio è sempre dietro l’angolo perché condizionato da fattori economico-politici ed anche giuridico-amministrativi. La cosa che temo di più per i prossimi mesi è l’isteria collettiva che riguarderà i casi nella scuola. Credo che tutti abbiano presente gli atteggiamenti di panico quando in una scuola si presenta un caso di meningite (con implicazioni epidemiologiche trascurabili), figuriamoci se un bambino o un insegnante dovesse essere ricoverato per Covid…

Sulla scuola si fa un gran parlare ma sarà inevitabile prendere delle decisioni il più razionale possibile, ma che saranno difficilmente operative prima delle elezioni amministrative, perché l’argomento è entrato nel dibattito politico preelettorale, cioè in un terreno dove si dice tutto ed il contrario di tutto.

Che raccomandazioni si sente di dare a giovani e meno giovani?

Usate la mascherina quando siete a contatto con altre persone e lavatevi spesso le mani. Sono le poche regole per ora sempre valide.