L’importante è imparare ogni giorno qualcosa in più su noi stessi.
Come riuscirci, semmai, è il quesito che dobbiamo porci o non si arriva a nessuna conclusione, anzi, non si parte affatto.


In questi giorni si parla moltissimo di una donna in particolare, una modella i cui canoni di bellezza androgina ed unica hanno distrutto l’omologazione del silicone e della classica figura femminile: la modella di Gucci Armine Harutyunyan.


Considerata addirittura una fra le cento donne più eleganti al mondo, è stata vittima di body shaming e di massacranti critiche, nonché di feroci attacchi in rete. Anche e soprattutto da parte di altre donne, e questo è l’aspetto peggiore.


Di certo non è una donna convenzionale, di certo ha vinto lei. Su tutti e su tutto. Specie sul pregiudizio di chi, non sapendo capire quanto il concetto di bellezza si possa avvicinare all’unicità, rischia e soffre con inutili punture per riempirsi di vuoto cosmico delle labbra prefabbricate a mo’ di ciambella gonfiabile.


Già, dico a voi, e credo proprio che Gucci vi sia passato sopra, asfaltandovi completamente, con un caterpillar chiamato Armine Harutyunyan.



@lementelettriche – di Paola Cingolani