SORGE, di Vittorio Zingone
SORGE
Sorge, dal grembo della notte,
la dorata aurora,
dalle sue spoglie
nasce il nuovo giorno
con nuovi azzurri, nuovo sole,
nuove armonie-disarmonie di suoni,
nuovo andare- venire, dire-fare
senza soluzione di continuità.
Giorno sprecato, non vissuto,
non compreso è l’ieri;
sono le ore
che ti colmano il cuore
di gioia, di dolore;
sono domani
i tempi ancora non vissuti,
ma che sono in viaggio
con buone o meno buone intenzioni
verso la tua Vita,
le strade che percorri,
le mete che ambisci conseguire,
i sogni che ti lasci sorgere nel cuore.
E tu sei affacciato ad una soglia,
di veron, finestra, porta sia,
a vederti venire incontro,
a vederti scorrere dinanzi,
a sentirti abbandonare
da un Tempo che va cieco, inesorabile,
ad ingrossar le pagine d’un libro
che chiamiamo Storia
per non avvertirci finiti
ormai per sempre,
emesso il nostro ultimo respiro.
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