Spiaggia/Italia 2020, cioè in mezzo alla pandemia, di Carlo Baviera

on 8 settembre 2020

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Alessandria: Il lockdown è terminato da settimane, ma restano alcune misure (non solo di buon senso) per garantire il rispetto di norme a tutela della salute. E nonostante le attenzioni e i limiti ancora richiesti ad ogni persona, la vita è ripresa verso la normalità: ad iniziare dal lavoro (molto ancora in smart working), fino alla ripresa delle lezioni scolastiche e universitarie, passando per le celebrazioni  liturgiche, i bar, i mercati, ecc.

Anche il tradizionale periodo delle vacanze ci ha riportati verso situazioni di relativa normalità: si viaggia, si fanno escursioni, si prende il sole e ci si bagna nelle acque marine.

La spiaggia, come sempre, è uno spaccato della nazione. Così passano in second’ordine le discussioni su come è trascorso l’inverno, sulla salute e il lavoro di figli e nipoti, sul campionato di calcio, mentre molto spazio è dato (oltre che polemizzare sulla lievitazione dei costi stabiliti dagli stabilimenti balneari) alle mascherine, alle limitazioni ancora in vigore, di come riprenderà la scuola (incertezza), ai sostegni economici per imprese e lavoro (“però l’IVA prorogata adesso si è cumulata, che vantaggio c’è?), e alle discoteche.

Ci mancavano le discoteche!! Con tutto il rispetto. Non dovrebbero essere i briatori e le santanchè la nostra preoccupazione principale, con tutta la considerazione per esigenze e svago dei giovani. Ma tant’è.

Parlando del più e del meno, sono le lamentele e le critiche (come sempre) a superare le posizioni più ragionevoli e responsabili. Il “piove Governo ladro” è sempre attuale, soprattutto quando il Governo non rincorre le nostre paturnie, non usa slogan che ci indichino un nemico (il diverso, l’immigrato, il cassintegrato che se ne sta al bar, il percettore di reddito di cittadinanza che pare accontentarsi anziché accettare lavori impegnativi, il buonista ascoltatore del magistero di Papa Francesco), e soprattutto che pare incapace di bloccare gli sbarchi (“noi siamo stati capaci di tenere duro e mettere l’Europa di fronte alle proprie responsabilità, ca…pperi!”).

Nessun interesse alle sorti di Navalny o delle vittime di Lukashenko, né della Libia o della Palestina, nemmeno di Bidel  e Kamala per le presidenziali USA. Il nostro senso internazionale arriva a fatica a Bruxelles.

A creare sconcerto e contrarietà quest’anno sono l’organizzazione dello stabilimento balneare, le regole più vincolanti, i minori (leggere nessuno) spazio per i giochi dei bambini, i prezzi lievitati in modo rilevante. Come per la politica, alcune soluzioni potrebbero essere più razionali e meno improvvisate: certo! Ma dobbiamo continuare a ricordare che l’essere, almeno provvisoriamente, nella fase di uscita o di attenuazione notevole da una pandemia non è scontato. L’Italia sempre criticata e ritenuta anello debole (spaghetti, mafia e mandolini) in Europa, ne è uscita prima e meglio (almeno per ora) di altri. Perciò i sacrifici possiamo accettarli con maggiore disponibilità.

Allo stesso tempo c’è voglia di ripartire, speranza nel ritorno ad una vita e a modalità di lavoro “normali”. Ciò di cui in spiaggia, così come ancor più nella Politica, si nota che continua a latitare sono <la visione>, i progetti, il disegno, le priorità che dovranno caratterizzare l’immediato futuro: parlo di fatti concreti, non dei discorsi e delle promesse indotti anche dalla campagna elettorale.

Gli ingenti fondi messi a disposizione dall’EU richiedono progettualità concreta e profondo rinnovamento nello sviluppo (ne ha parlato Draghi e non solo lui). E’ difficile superare vecchie abitudini, anche istituzionali e pubbliche, e intraprendere cammini nuovi; ma è l’unica salvezza, l’unico modo per creare nuovo lavoro e nuovi lavori, e bilanciare le perdite occupazionali che si prevedono non marginali purtroppo.

Insieme a politiche familiari davvero innovative e serie. Perchè anche i dati della nostra demografia sono segno di decadenza e di mancanza di speranza nel futuro. Se non riparte la natalità non ci sarà domani sereno per i giovani, né sicurezza per chi si avvia verso la vecchiaia.

E anche le spiagge si trasformeranno in ospizi sotto la voce “anziani al mare” col sostegno degli Assessorati Comunali. Una specie di Paese in cui le fabbriche saranno sostituite dalla RSA.

Nonostante tutto qualche passeggino o mamma <col pancione> li si vede in giro. E quindi la speranza resta. Ora servono decisioni e incentivi concreti.