Alberto Zangrillo ha sottolineato come la carica virale del tampone naso-faringeo di Silvio Berlusconi “era talmente elevata che a marzo-aprile lo avrebbe ucciso”.
Ebbene, rispetto a maggio, dove si era registrata una importante riduzione della carica virale, adesso con tanta circolazione del virus potrebbe esserci stato un rialzo.
La sensazione però la danno i numeri, ed è evidente che oggi la letalità è molto diversa da quella di marzo-aprile.
Quindi se non è la carica virale, allora è evidente che ci sono altre situazioni che intervengono, tra cui indubbiamente la nostra capacità di intercettare più rapidamente i pazienti e di curarli meglio. Siamo più bravi e il sistema sanitario è attrezzato meglio (dove le regioni sono state in grado di organizzarlo).
Oggi quello che è cambiato non è soltanto una maggior bravura dei medici nel curare queste infezioni. E’ anche cambiata la consapevolezza dei cittadini di fronte alla malattia, sono loro che riconoscono alcuni sintomi e avvertono i medici. Altrimenti non saremmo mai arrivati a questa drastica riduzione della letalità: oggi siamo al di sotto dell’1%.
A marzo-aprile eravamo intorno al 15%. Speriamo che questo si mantenga nelle prossime settimane.
I dati italiani di questi giorni ci dicono che su 35mila contagiati, abbiamo 2mila ricoverati (5%), di cui circa 160 in terapia intensiva, ovvero solo lo 0,4% di tutti i postivi per SarsCoV-2.
Guardiamo a questi numeri e ai risultati con ottimismo. Questo vuol dire essere realisti.
Altre definizioni di questo atteggiamento (usate anche ieri da alcuni in televisione) sono faziose e in malafede.
Usiamo le misure che conosciamo: distanziamento, mascherine, lavaggio delle mani, vaccinazioni, isolamento con sintomi respiratori e tanto buon senso.