Valeria Bianchi Mian: MEDUSA, GORGONE, VAGINA DENTATA, TESTA DI SERPENTE 

(e altre immagini che del femminile ti fanno tremare)

La mia amica Gorgone è sconfitta

molto (troppo!) velocemente

con il taglio netto della zucca

da Perseo, parrucchiere sapiente.

Senza più un diavolo tra i capelli,

senza il veleno tratto dal serpente,

ecco qui Medusa, priva d’orpelli:

piange, poverina, e un po’ si pente.

Per fortuna è finita sullo scudo

di Atena, a protezione della forza 

dell’anima di donna in corpo nudo

– del dire fare essere è la scorza.

(VBM, inedito)

“Il gorgoneion è, in greco, la testa di Gorgone, meglio nota come Medusa.

Il volto di Medusa è solitamente largo, con gli occhi e la bocca spalancata, spesso con la lingua di fuori in un’espressione terrificante, i capelli grossi, talvolta mossi e a forma di serpente, che incorniciano il viso.

Narra il mito che lo sguardo di Medusa pietrificasse chiunque la guardasse direttamente. L’eroe Perseo la uccise decapitandola, guardandone l’immagine riflessa in uno scudo che gli era stato donato dalla dea Atena, a lui favorevole.

Ecco che allora la testa di Medusa, il gorgoneion, diventa un attributo della dea Atena/Minerva nell’iconografia a noi nota. Numerosissime sono le rappresentazioni della dea con la testa di Gorgone. Solitamente la indossa sul pettorale oppure sullo scudo, proprio come arma pietrificatrice.”

“Al Museo Archeologico Nazionale di Firenze sono esposti, al I piano, alcuni bronzetti che raffigurano la dea. Si tratta di bronzetti etruschi e italici, tuttavia l’iconografia rimane sempre la stessa. Su di essi, nonostante le piccole dimensioni, si individua, sull’egida, la testa larga di Medusa: in alcuni casi il volto è appena accennato, in altri è più caratterizzato; in alcuni esemplari è un rigonfiamento abbozzato, in altri si leggono i capelli, gli occhi e la bocca. Tra i vari esemplari, se ne nota uno che differisce per la posizione del gorgoneion rispetto all’egida: si trova infatti sulla spalla sinistra, e non sul petto come in tutti gli altri casi: una piccola variante nella quale la testa di Medusa però è ben tratteggiata, con gli occhi spalancati, le sopracciglia spesse, la bocca spalancata: terrificante, nonostante le ridotte dimensioni della statuetta.”

(https://museoarcheologiconazionaledifirenze.wordpress.com…)

“Sembra che Medusa non fosse giudicata così male dai romani, visto che era uno dei loro simboli preferiti. Sembra che la usassero per incutere paura, ma comunque non portava sfortuna, anzi sembra fosse apotropaica. Medusa a Roma era di casa, e l’appiccicavano ovunque.”

(https://il-matriarcato.blogspot.com/2013/03/medusa.html)

Ph: entrando nei panni di “Medusa” di Sylvia Plath 

(in “La tesa fune rossa dell’amore

Madri e figlie nella poesia inglese contemporanea”

Edizioni La Vita Felice)

Dalla performance in video di Valeria Bianchi Mian e Ivo De Palma: https://youtu.be/ZVoXMzo_wCY