CONDANNATA

Braccialetti come manette sari rosso e oro
trecce sciolte e pelle splendente
condannata a non essere più bambina
a nascondere bambole di sogni e fantasie di giochi
m’aggrappo alle lacrime mute di mia madre
mentre le mani rudi di mio padre mi consegnano
a mani sconosciute troppo grandi troppo forti
la paura mi attraversa la carne
un sasso schiaccia la piuma in bilico sul baratro
sangue dolciastro e sudore salato
occhi lascivi mi scrutano lembo a lembo
non vedono l’innocenza inerme
di chi ancora voleva giocare
di chi ancora sognava voli d’amore.

Senza corpo senza peso senza sogni
percorro la vita senza vivere
condannata a strappare la bambola vestita di giochi
dalle braccia incatenate di mia figlia
che oggi indossa il suo lucente sari nuziale
anche lei ossimorica bambina sposa.

Loredana Borghetto

La poesia classificata al secondo posto al Concorso organizzato da VoceDonna, importante associazione impegnata nella difesa dei diritti della donna.

Tutti i diritti riservati all’autrice

Loredana Borghetto durante la premiazione