QUELLO CHE SIAMO STATI, Paola Varotto 

Ti sento

come un buco nella pelle

e allora, nella mia valigia

dei ricordi amari

metterò anche te.

Che non sai più essere sole

ma solo notte che devasta.

La tua voce

che ritorna come un eco

mi dipinge addosso i tuoi occhi

e tu, mettimi fra le cose

che non ritornano due volte

e, se giochiamo a perderci

ti lascerò vincere

perché capirsi è diventato impossibile!

Ed è strano sentire la mancanza

di quello che non è mai stato.

E allora penso 

alle cose che non ci siamo detti

al tempo che non siamo stati insieme

e tutte le mancanze si sommano

e il risultato è un addio!

Come sempre

vorrei urlare

invece indosso

il mio vestito migliore

e ripenso a tutto quello 

che avremmo potuto vivere

e che invece

si è dissolto

nel Universo degli amori impossibili.

Potrei incontrare migliaia

di sorrisi nel mondo

ma mi mancherebbe sempre il tuo

che illuminava a giorno

le mie notti più buie.

Perchè le persone sensibili

lo sai, amano con gli occhi

toccandosi l’anima solo con

uno aguardo un sorriso.

Noi, siamo quel che siamo stati

ed io… ancora tremo

quando sento la tua voce!

©copyright L.633/1941

Paola Varotto