Matteo Bassetti: Non ho maidetto che il virus sarebbe morto a giugno. Ecco la smentita ufficiale che lo prova

C’è una sostanziale differenza tra chi parla e scrive sui social o alcuni giornali, spinto dall’emotività del momento o da strumentalizzazioni politiche, e chi parla e scrive avendo di fronte la realtà dei fatti: si chiama esperienza, ottenuta studiando sui libri e sul campo. 

Ed è quella che in queste ore mi permette di affrontare a testa alta il linciaggio mediatico a cui gli odiatori seriali, la maggior parte fake, mi hanno sottoposto. 

Io in questi mesi ho studiato la malattia e vissuto a stretto contatto con lei. Ho lottato al fianco dei miei pazienti per sconfiggerla e la maggior parte delle volte ce l’abbiama fatta, insieme. E l’abbiamo fatto in corsia, dove spesso a parlare, sono solo gli occhi, pieni di paure e di richieste di aiuto che spesso, grazie all’immenso lavoro della mia grande squadra di medici e infermieri, si trasformavano in speranza e poi in serenità. 

Ed è quella che ho sempre voluto infondere al prossimo, giorno dopo giorno e anche oggi, che tutto sembra tornare nero, lo sostengo con convinzione. 

Il virus si può e deve sconfiggere e la paura può essere solo un ostacolo che io non cavalcherò mai. Le scelte prese e le mie considerazioni sono solo frutto di dati scientifici e di ore passate in corsia. Dispiace  per chi, evidentemente pagato per farlo, punti a screditarmi soffiando sulle legittime paure della gente. Le battaglie non sono tutte uguali, il nemico muta, si nasconde, riappare. 

E così anche le strategie per sconfiggerlo. Ieri ho detto una cosa semplice, strumentalmente equivocata: ritengo che applicare il modello Spezia a tutta Italia sia utile al contenimento del virus, alla gestione ospedaliera e alla stabilità economica del Paese. Servono interventi mirati e misure stringenti in quelle città o in quei quartieri dove vi è maggiore percentuale di contagio. Solo così possiamo mantenere un equilibrio, già precario, per il bene di tutti, circoscrivendo il virus senza condannare a fine certa le nostre attività. 

Chi ha interpretato male le mie parole è in malafede, chi alimenta le preoccupazioni della gente è un terrorista. Invece mai come in questo momento ci vogliono calma e sangue freddo. 

Io resto a disposizione della mia Regione e del Governo con cui il dialogo è costante, anche in queste ore di decisioni importanti, in un’ottica di grande collaborazione e con il grande spirito di servizio con cui ogni giorno vado in reparto dai miei pazienti. 

Non sarà facile, ma ce la faremo e finalmente potremo sorridere dietro le nostre mascherine.

Ps. Come vedete non ho mai detto che il virus sarebbe morto a giugno. Ecco la smentita ufficiale che lo prova