Antonella Viola. Immunologa: Il vaccino non è “la” soluzione

È dall’inizio di questa terribile pandemia che continuano a indicare il vaccino come quella cosa che istantaneamente ci permetterà di tornare alla vita di prima. C’è una eccessiva aspettativa da parte delle persone e, temo, persino dei politici. 

In realtà non sarà così. Vediamo perché. 

Prima di tutto non arriverà a fine anno. Se tutto andrà bene, sarà registrato entro fine anno e le prime dosi arriveranno verosimilmente verso marzo o aprile. 

Le prime dosi non saranno sufficienti per tutti e quindi la nostra vita non cambierà. Inoltre, serviranno 2 vaccinazioni successive e a distanza di settimane, quindi comunque bisognerà aspettare. 

Ma c’è un altro problema: i trial clinici non stanno analizzando la capacità del vaccino di indurre immunità sterilizzante ma di ridurre i sintomi. Questo significa che molto probabilmente le persone vaccinate potranno comunque infettarsi e contagiare. Con un vaccino come questo, non basta vaccinare una parte della popolazione per eliminare la circolazione del virus. Il virus resta in giro e quindi bisogna vaccinare tutti. 

Infine il vaccino non si potrà usare nei bambini, quindi dovremo continuare a proteggerli come facciamo adesso. Stanno partendo le sperimentazioni in età pediatrica, ma ci vorranno molti mesi. 

Quindi basta annunci sul vaccino! Basta creare aspettative perché poi le persone si chiederanno perché nonostante il vaccino bisogna continuare a fare sacrifici. 

Dobbiamo stringere i denti e tenere duro. Convivere col virus. Le regole da seguire sono poche e semplici: mascherina, distanza, poche interazioni.

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