La saga continua, terzo episodio del giallo poliziesco del Detective John Parker.Un uomo tutto d’un pezzo, con la sua squadra di collaboratori e insieme all’amicizia con il capo della polizia riesce a indagare e a trovare la soluzione.Lo scrittore approfondirà meglio i vari personaggi: il socio Ted e la segretaria Jennie. La figlia di Parker e sua madre e il lato romantico del detective in contrapposizione al carattere forte e rude quando ha davanti gli indagati. Insieme a Parker, vi è l’attento lettore a cogliere i vari indizi che progressivamente lo scrittore disseminerá, non solo per trovare la soluzione ma attraverso varie scene, il lettore riuscirá a intuire quelli che saranno i prossimi episodi di Parker creando maggiore curiosità.Adrenalinico fino all’ultima pagina.

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Una donna, con un grosso volume di merce sul carrello, inopportunamente loquace con la cassiera, mette a dura prova la pazienza degli altri clienti dietro di lei. A Elsa poco importa, lei fa semplicemente il suo lavoro. Finalmente, l’antipatica donna si sbriga tra un sospiro di sollievo generale. È il turno del giovane motociclista che si presenta alla cassa, stranamente, senza nessun prodotto. Il momento di perplessità dei presenti trova immediato riscontro non appena il giovane tira fuori dall’interno dal giubbetto una pistola.

«Dammi i soldi, sbrigati!»

Elsa sbianca in volto dalla paura.

«Ok! Non ce ne sono molti, sono venuti a prenderli prima…  è tutto qui…»

La donna consegna al giovane rapinatore alcune banconote prese in fretta e furia dalla cassa.

«Mi stai prendendo in giro? Non ho molto tempo da perdere, sbrigati, tirali fuori o ti faccio saltare il cervello!» minaccia il giovane.

«Perché invece non ti dai una calmata» interviene con tono pacato Parker, in fila, diviso dal contatto dall’irruente giovane da uno spilungone occhialuto. «Non vedi che la cassa è vuota. Se sei furbo come dimostri, prendi i soldi e datti alla fuga.»

«Che cazzo t’impicci tu!»

«Nulla. Consideralo semplicemente un consiglio.»

Il giovane gli punta la pistola.

«Hai la lingua troppo lunga e per questo motivo ti consiglio di darmi il portafoglio!»

«Te lo puoi scordare!»

Lo spilungone, in mezzo ai due, è impietrito dalla paura e non osa fare nessun movimento.

«Mi stai dando sui nervi» replica furioso il rapinatore.

«È probabile» risponde serafico il detective. «Ti ricordo che il tuo margine di tempo si sta assottigliando. Hai i secondi contati. Io al tuo posto, taglierei la corda.»

Il giovane si guarda attorno, mentre sul suo viso affiora uno stato di ansia appena camuffata dagli occhiali scuri. Improvvisamente, senza fiatare, si sposta avvicinandosi all’altra cassa.

«Non te lo puoi più permettere. Il tempo è scaduto» osserva Parker. «Avresti dovuto pensarci prima.»

I numerosi astanti assistono alla scena ammutoliti.

Strano a dirsi, ma le parole del detective risuonano nella mente del giovane come un ammonimento piovuto dal cielo, così, dopo un attimo di comprensibile confusione, pensa bene a darsela a gambe. Quasi in contemporanea fanno irruzione al supermercato alcuni agenti di polizia con tanto di pistola in pugno. Dopo un po’ si rientra in un clima più disteso. A Elsa vengono fatte alcune domande sull’accaduto; rasserenatasi, cerca di essere d’aiuto, dando le dovute informazioni. Nel frattempo, altri agenti di polizia fanno un sopralluogo all’interno del supermercato. La coppia di amici trova un momento di intimità.  

«Dannazione, John, quando ti sei messo contro quel rapinatore, ho temuto il peggio!»

«Ho sempre pensato che tu avessi una cieca fiducia nelle mie capacità» risponde con un sorriso il Parker.

«Ed è proprio così» ammette Elsa. «Ma è anche vero che non mi sono mai trovata in una situazione simile.»

«Non ti avrei esposto a rischi, se non fossi stato sicuro che il giovane rapinatore era, in realtà, più innocuo di un cagnolino.»

«Hai letto nel suo pensiero?»

«È stato sufficiente notare che impugnasse una perfetta imitazione di un’arma vera.»

«Davvero! Ne sei certo?»

«Vuoi mettere in dubbio la mia professionalità?»

«Scusami, hai ragione.»

«Tutto ok?»

«Sì.»

«Cosa ne dici di darci una bella rinfrancata una di queste sere?»

«Questa poi…» replica con un’aria di sorpresa Elsa. «Sei sicuro di stare bene?»

«Tu cosa pensi?» dice il detective.

«Non lo so… una di queste sere?»

«Diciamo, domani sera.»

Le forze di polizia lasciano il supermercato, restituendo l’esercizio alla normalità delle sue funzioni.

«Cosa ti succede? Sei rimasta senza fiato.»

«Lo puoi dire forte. È la prima volta che ricevo una simile proposta da te» risponde Elsa, ritornata dietro alla cassa.

«C’è sempre una prima volta» replica Parker, mentre mette la spesa dentro un sacchetto di plastica.

«Già! Ok! A domani sera!»

«Passerò a prenderti alla chiusura.»

«Vorrei passare prima da casa per potermi cambiare.»

«Ti accompagnerò io.»

«Va bene» dice Elsa. «Grazie per quello che hai fatto poco fa.»

«Stai scherzando! Chiunque ti torcerà un solo capello, avrà l’ingrato compito di conoscere di persona il lato peggiore del mio carattere» replica Parker

«Ok» replica con un sorriso la donna.