In un continuo sbalzo temporale, attraverso scene oniriche e ricordi, Cheryl, moglie defunta di Parker, si materializzerà, per essere di sostegno e conforto nelle ricerche che deve affrontare il detective. Lo scrittore usa questo personaggio proprio per definire i contorni della vita passata del protagonista.
Le indagini che sta affrontando si amalgamano e si intrecciano alla sua vita attuale e a quella passata con la moglie. Amori, conoscenze, amicizie saranno coinvolte in particolarissime inchieste, che lo scrittore utilizzerà al fine di delineare le varie relazioni e come queste per vie traverse siano tutte correlate e concatenate.
Una trama ordita all’insegna dell’intrigo che porterà al lettore a non volersi staccare dalle vicende che pagina dopo pagina si apriranno e scopriranno. L’epilogo ribalterà ogni singola deduzione.
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Dopo una lunga corsa nei viali del parco, la donna si ferma in uno slargo in terra battuta e inizia a fare stretching; nonostante l’età, sulla sessantina portati bene, piega il busto fino a toccare le ginocchia e vi rimane per alcuni secondi. Non appena lentamente alza il busto, si blocca ad angolo retto alla vista di un’improvvisa presenza.
– Complimenti! – dice Parker, dinanzi in piedi. – Sembra un gioco da ragazzi, invece è un esercizio da veri professionisti. –
– Se è in cerca di giovani talenti, non credo che io faccia al suo caso – replica la donna, rialzatasi.
– No, non mi occupo di questo – risponde con un sorriso il detective.
– Immagino avrà un motivo per comparire come un fantasma. –
– Sì, Signora Mindy Long. –
– Chi è lei? –
– Mi chiamo John Parker. Sono un amico di Liza. –
– Cosa vuole? – dice la donna, dopo una pausa di stupore.
– So che eravate buone amiche. –
– Esatto! Eravamo! –
Dal tono della voce della donna, a Parker sorge un sospetto.
– Si è incrinato qualcosa nel vostro rapporto? –
– Cos’è questa storia? Perché noi due dovremmo parlarne? È semplicemente assurdo! Mandare un intermediario; tutto ciò è infantile! Per caso la sua amica ha perso la voce? –
– Qualcosa di più importante: la vita. –
– È un gioco di parole? –
– No, mi dispiace; Liza non è più in questo mondo. Ci ha lasciati alcuni giorni fa. –
– Vuole dire, morta? –
– Sì. –
– Oh mio Dio! Com’è successo? –
– Annegata in mare. –
– Morta annegata? –
– Già. Al momento è tutto ciò che sappiamo; ci sono delle indagini in corso… –
– Perdoni la mia reazione… – dice la donna, incamminandosi nel viale con Parker. – Non potevo immaginare una notizia simile… –
– Certo. Il giorno che è scomparsa so che avevate nel pomeriggio un appuntamento. –
– Sì, al centro benessere per i soliti massaggi. –
– Liza non è rientrata al lavoro e lei non ha rispettato l’appuntamento; sa dirmi se vi siete incontrati in qualche altro posto? –
– No, non ci siamo viste. –
– Naturalmente il motivo è da attribuire al momento poco felice della vostra relazione, giusto? –
– Mettiamola pure così. –
– Qualcosa di serio, a quanto sembra. –
– Vorrei evitare di scendere nei soliti banali particolari. –
– Dovrà pur farlo prima o poi. –
– Cos’è un poliziotto? –
– No. –
– Davvero? –
– Sono un investigatore privato. –
– Ecco! –
– Ma sono anche un amico di Liza; su questo deve credermi. –
– Ok. Le credo. Non saprei cosa dirle… è finita un’amicizia così come succede in qualsiasi angolo del mondo; nulla di più. –
– Magari per Liza non era così… quel giorno doveva essere molto sconvolta se proprio vogliamo attenerci alle prime valutazioni della disgrazia. –
-… era da parecchi giorni che non ci vedevamo e pensavo che incontrarci potesse servire a qualcosa. Non me la sono sentita di andarci. –
– Non vuole aggiungere nient’altro? –
– Niente che possa esserle d’aiuto. –
– È il suo punto di vista, naturalmente. –
– Certo; mi riferisco alla morte di Liza. Dai nostri dissapori l’unica a uscirne male sono stata io; non c’è nessuna relazione tra la disgrazia e l’epilogo del legame di amicizia. Glielo assicuro. –
– Non si è mai sicuri di cosa passa nella testa delle persone – replica Parker, volgendo lo sguardo al corpo modellato della donna coperto da una attillata tuta ginnica. È un habitué della corsa? –
– Sì; quando posso la faccio con piacere. –
– Si vede – osserva compiaciuto il detective.
– Alla mia età devo darmi da fare se non desidero soccombere sotto l’inesorabile scorrere del tempo, non crede? –
– Vedendo i risultati, ci è riuscita alla grande; e senza l’ausilio del centro benessere. –
– Ho solamente cambiato indirizzo. –
– Le buone abitudini non vanno tralasciate. –
-… non riesco ancora a credere all’idea che Liza abbia fatto una simile fine… sono addolorata! –
– Potrebbe non essere stato un incidente. –
– Questo spiegherebbe la sua visita. –
– Ho bisogno di avere in mano tutti quegli elementi che mi permettano di ricostruire l’ultimo scorcio della vita privata di Liza. –
– Cos’è un fatto personale? –
– Sì, in qualche modo. –
– Vorrei tanto aiutarla, ma credo che mi sarà impossibile – replica la donna. – Liza ed io ci conoscevamo da meno di un anno e non sapevo nulla delle sue amicizie; si preferiva parlare di noi che delle persone non presenti. –
– Giusto – annuisce il detective. – Cosa vi legava, se mi è permesso domandarle. –
– Il desiderio di stare insieme, mi sembra ovvio. Certe percezioni sono inspiegabili. –
– Già. –
– È stato un bel periodo, lo devo ammettere. –
– Finito in malo modo – osserva con tono discreto Parker.
– Nella vita ho imparato a non crearmi false illusioni … a una certa età può tornare utile. È un amico di Liza? –
– Sì. L’ho conosciuta tramite mia moglie. –
– Capisco. Peccato che Liza non me ne abbia parlato. –
– È morta; mia moglie è morta annegata qualche anno fa… mentre faceva il bagno. –
– Oh, mi dispiace! Non potevo sapere… –
– Non si preoccupi. –
– Fatale coincidenza… –
– Già. –
– Ribadisco l’impossibilità di poterla aiutare nelle indagini, ma qualsiasi cosa voglia chiedermi sarò a sua disposizione. –
– Da quel che ne so, Liza non aveva nessuna storia sentimentale; è così? –
– Be’, è quello che risulta anche a me, però non ci metterei la mano sul fuoco – risponde la donna, in cammino lungo il viale con Parker.
– Si spieghi meglio. –
– Negli ultimi tempi mi sembrava un po’ strana, a volte eccessivamente felice, come lo è chi vive una profonda passione, altre invece in uno stato di totale confusione mentale. Ho provato a chiederle cosa stesse succedendo e lei ha abilmente glissava la domanda affrontando tutt’altro argomento. –
– La sua sensazione è che frequentasse qualcuno? –
– È probabile – afferma la donna. –
– Ma non ha la pur minima idea chi potesse essere. –
– Esatto! –
– Bene, credo sia giusto lasciarla alla sua corsa. –
– Tranquillo; avevo già finito. Se non fosse così le assicuro che avrebbe dovuto rincorrermi per pormi le sue domande. –
– L’avrei fatto volentieri – replica con un simpatico sorriso il detective. – Comunque, grazie per avermi dedicato un po’ del suo tempo. –
– È mio dovere – dice la donna, fermandosi. – Io proseguo da questa parte. –
– In ogni caso dobbiamo lasciarci perché devo ritornare indietro; ho parcheggiato la macchina all’entrata nord del parco. –
– Ok – annuisce la donna. – Ha parlato con Nola, la sorella di Liza? –
– No. –
– Be’, fra sorelle ci si confida. –
– Di solito è così; lo farò. –
– Auguro che le sue indagini vadano a buon fine. –
– Grazie; la terrò informata. –
– La prossima volta venga a trovarmi con un abbigliamento più consono; non si sa mai… –
– Terrò presente il suo consiglio. –
– Buona giornata. –
– Anche a lei. –
