Posticipa la carezza, Giuseppe Buro
Posticipa la carezza,
prima baciami intensamente,
abbracciami, dimmi solo che ti manco.
I Suoi Occhi
Quando se n’e andò il tempo si fermò,
non volli più aprire le imposte, il sole era
tormento per gli occhi stanchi, rattristati
da muschio rimasto ai lati.
I suoi occhi di fata rattristati dalle acque,
che non voleva abbandonare, per il viso
discendeva la sorgente e l’acqua era
nella valle.
Ero stato il suo Morfeo, i baci, le carezze
erano state solo per lei e dormivamo
assieme la notte, quando all’orizzonte
il sole scendeva a valle.
Ora la cerco ogni notte sul cuscino poso
la mia mano ma non la trovo, la sua nuda
pelle bramo e so che è una chimera.
@ Giuseppe Buro