(Photo: Stefania D’Alessandro via Getty Images)

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“Vedevo 24 persone intubate, scene da film di fantascienza. E pregavo per loro”. Così Gerry Scotti racconta la sua esperienza col Covid sulle pagine del Corriere della Sera, ripercorrendo i giorni trascorsi in ospedale.

Il conduttore parla del momento in cui ha scoperto di essere positivo al virus:

“In un attimo ho rivissuto i sei mesi di paura, terrore, precauzione, speranza che stiamo vivendo tutti. Perché proprio a me?”.

Scotti prosegue ricordando come i sintomi iniziali fossero stati febbriciattola, stanchezza, colpi di tosse. Per lui una terapia domiciliare, poi la decisione del ricovero a causa dei valori alterati durante un controllo ospedaliero.

“Mi è stato consigliato di rimanere da loro perché avevo tutti i parametri sballati: fegato, reni, pancreas”.

Una volta ricoverato per Scotti l’arrivo in una stanza al confine tra il reparto ordinario e l’unità di terapia intensiva dove è rimasto per 36 ore:

“Ero in una stanzina, di là c’era la sliding door della vita di tantissime persone. Con due altri pazienti ci strizzavamo l’occhio, dai che ce la fai. Ho appurato che quella era l’ultima porta. Se decidevano di aprire quel varco… Io li vedevo tutti, vedevo 24 persone immobili, intubate, come nei film di fantascienza. Pregavo per loro invece che pregare per me”.

Il presentatore racconta di essere stato anche curato con il casco per l’ossigeno:

“Mi hanno fatto indossare il casco salvifico, è l’ultimo step indolore della terapia prima che ti intubino” […] “L’avevo visto in tv, letto suoi giornali, mi sembrava fantascienza. Ricordo lo slogan: il casco ti salva la vita. Adesso ho capito bene di che casco si tratta… Poi una mattina hanno girato indietro il letto e mi hanno riportato nella mia stanza”.

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Questo articolo è originariamente apparso su L’HuffPost ed è stato aggiornato.

Sorgente: Gerry Scotti: “Dalla mia stanza vedevo 24 persone intubate: pregavo per loro invece che per me”