Omicidio al civico 7, di Angelo Marenzana, recensione di Rino Casazza

Alessandria: Il nuovo romanzodi Angelo Marenzana, Omicidio al civico 7(pubblicato nell’estate scorsa da Fanucci Editore nella collana Nero Italiano)  si presenta come un giallo di ambientazione storica, un genere in cui l’autore si è già cimentato con successo (vedi L’Uomo dei Temporali, Alle spalle del cielo e Il delitto del fascista Nuvola Nera) tanto da poterne essere considerato uno dei migliori esponenti italiani.

In questo nuovo romanzo ci troviamo nel pieno dell’Era Fascista e l’Italia ha appena concluso trionfalmente la campagna di Etiopia.

Alessandria, città natale dell’autore e sfondo privilegiato della sua narrativa, è, come il resto della nazione, china ai piedi del Duce, orgogliosa ed entusiasta del regime littorio. Di vero e dichiarato dissenso verso il totalitarismo in camicia nera non si può neanche parlare.

Il protagonista del romanzo, il commissario Augusto Maria Bendicò, è un funzionario di Pubblica Sicurezza fondamentalmente apolitico ma integrato nel sistema per la sua innata  fedeltà di servitore della legge. Bendicò, per la verità, in quel momento è alle prese con problemi privati ed  esistenziali soverchianti: da poco è scomparsa Betti, l’amatissima moglie, e a fatica cerca di mantenere acceso dentro di sè l’interesse per la vita.

A tenerlo in piedi ci sarebbe la propensione e la passione per il lavoro di poliziotto che gli ha guadagnato la stima di colleghi e superiori, ma si sta rendendo conto che l’essere poiziotto è solo la metà di ciò che gli è sempre stato necessario per realizzarsi. L’altra metà, irrimediabilmente persa, era nel rapporto con la moglie, particolarmente fecondo perché  fatto di dialettica tra diversi ed anzi in larga misura opposti. 

Così da lunghissimi mesi l’unico contributo professionale che Bendicò riesce a offrire è immergersi con pignola meccanicità nella parte burocratica dell’attività di polizia che il regime, nella sua mania di controllo e catalogazione di tutto e tutti, ha sviluppato a dismisura. Ma il filo del dialogo con la moglie Betti in realtà non si è spezzato e la donna continua a fargli risuonare dentro la propria voce, portatrice di quel punto di vista originale e spiazzante che tanto manca al commissario.

L’altro leit motiv narrativo del romanzo, è la presenza densa, minuziosa, ammirevolmente precisa della sua città descritta in quel passato lontano, che restituisce al lettore luoghi e persone in modo così vivido da far dubitare un segreto uso della macchina del tempo. Ma dipende solo dall’affetto sconfinato dell’autore per Alessandria, altrettanto inesausto di quello di Bendicò per Betti. Così inesausto che la vicenda ha la sua svolta quando, pur riluttante, il commissario accetta di dedicarsi, dopo tanto tempo, a una indagine vera, ben diversa dal giro ossessivo di scartoffie in cui si è autorecluso.

Qualcuno ha ucciso, in modo impietoso e crudele, una giovane promessa locale del bel canto, così bella, oltre che talentuosa, da aver attirato su di sé l’interesse di molti pretendenti, non solo tra gli appassionati della lirica ma anche tra notabili, professionisti e faccendieri locali.

Addirittura sembrerebbe che l’omicidio della ragazza possa aver a che fare con oscure trame politico-affaristiche, pericolose perché il regime reclama, e particolarmente in quel periodo di gloria militare, la propria assoluta purezza nella gestone della cosa pubblica. In questo clima Bendicò torna ad essere un investigatore accompagnato durante le indagini dalla voce di Betti che, come se fosse realmente al suo fianco, lo incoraggia e supporta con osservazioni, pareri e critiche, indispensabile controcanto che, per quanto sia assurdo, non viene da lui, ma proprio da lei.

Rino Casazza

Nota sull’autore

L’esordio di Angelo Marenzana (alessandrino classe 1954) nel campo della narrativa è con Frontiere (Mobydick, 1999) cui fa seguito la pubblicazione di vari racconti su Il Giallo Mondadori, Epix Mondadori, Urania, Stop, Crimen, Cronaca Vera, Omissis (Einaudi) oltre agli ebook pubblicati con Algama (Buchi neri nel cielo) e Todaro Editore (Il volo delle aquile di cristallo).

Tra i suoi romanzi, L’uomo dei temporali (Rizzoli, 2013), Alle spalle del cielo (Baldini e Castoldi, 2017) e L’ultima storia da raccontare (Watson Edizioni 2018 scritto a quattro mani con Danilo Arona). Nel 2019 ha pubblicato Il delitto del fascista Nuvola Nera e nel 2020 Omicidio al civico 7, entrambi per Fanucci Editore nella collana Nero Italiano. Di recente pubblicazione il romanzo Hotel de Colombia (Solfanelli Editore)