La staycation non è certo nata in tempi di pandemia ma, per questo prossimo Natale, è certamente tornata in voga a causa del Covid.

Il termine staycation è di origine americana, non anglosassone, ed è composto da stay in aggiunta a vacation: restare nel proprio domicilio durante le vacanze. Una situazione verificatasi in tempi di crisi economica e, negli ultimi anni, tornata in voga sempre a causa di una crisi che si stava facendo già mordente. Ecco che la staycation si adatta perfettamente al periodo attuale, dove l’emergenza economica è da aggiungersi all’emergenza sanitaria causata dal questo virus troppe volte letale.

Eccezion fatta per il lockdown (mesi nei quali siamo stati costretti a stare in casa, potendo uscire solo per comprovate necessità, rispettando regole draconiane) stiamo seguendo di nuovo limitazioni ferree dallo scorso ottobre.

Con la suddivisione delle varie regioni italiane in più colori, dal giallo al rosso, a seconda del grado di criticità e dell’Rt individuato in ciascuna di esse, la staycation è certamente diventata il trend natalizio dei più.
Almeno di tutti i fortunati che non si sono ancora ammalati.

Nessuno che si dispiaccia per il distacco umano, per la mancanza di abbracci affettuosi, no: a preoccupare è la vacanza che non si può fare.

Perché – bisogna ammetterlo – noi riusciamo a sdrammatizzare anche se non dovremmo, riusciamo a sorvolare fino a diventare troppo leggeri, talmente tanto che non ci curiamo di chiamare le cose col loro nome.

A volte siamo così superficiali da ricorrere alle americanate per apparire più trend, anziché impegnarci nel comprendere l’importanza del sacrificio (minimo) in situazioni così estreme. Ci nascondiamo dietro alle mode e ai modi di dire, come se il dichiararci responsabili, evitando una vacanza in piena pandemia, fosse un disonore.



@lementelettriche – di Paola Cingolani