
Non ricordo dove portava quel treno
e sognavo paesaggi senza più vetri
gocce incrostate e facce spente
Tutte le statue nascoste dal cemento
sfilavano a sancire le distanze:
questa enorme apparenza
mentre vorrei aprire le cripte
strappare con una scossa invisibile il filo
che divide il nucleo puro dalla superficie
La fiamma va e viene
in mezzo alle interferenze;
non è morta – dai piani bassi
vedo volare la nebbia
cercando il cuore degli affini
per troppo tempo sigillato
Poesia che dà il titolo alla raccolta edita “In cerca di noi”, Poesia – Collana viola, Movimento Letterario UniDiversità- Bologna
Immagine dal web