Sequestrate dalla Guardia di Finanza di Torino oltre 100mila confezioni di ortaggi

Covid: SOS truffe per 1 prodotto su 10, serve

revisione urgente leggi sui reati alimentari

Nel mese di novembre impennata per il carrello della spesa: +5,5% frutta e +8,7% verdura

Con l’emergenza Covid è rischio truffe sugli scaffali con 1 prodotto alimentare su 10 risultato irregolare ai controlli (10,1%), con timori per la salute ed il portafoglio dei consumatori ma anche concorrenza sleale nei confronti dei produttori e commercianti onesti già provati dalla crisi provocata dal virus.

Sequestrate dalla Guardia di Finanza di Torino oltre 100 mila confezioni pre-imballate di ortaggi, funghi e olive venduti con l’indicazione di origine italiana ma coltivate, lavorate e confezionate in Spagna, Francia e Ungheria, destinate alle nostre tavole.

“Le eccellenze del nostro territorio sono un primato da difendere con l’ottima attività messa in campo dalla forze dell’ordine che va, però, accompagnata dalla revisione delle leggi sui reati alimentari con la proposta a costo zero elaborata da Giancarlo Caselli nell’ambito dell’Osservatorio agromafie promosso dalla Coldiretti per introdurre nuovi sistemi di indagine e un aggiornamento delle norme penali adeguate a combattere le frodi agroalimentari diventate più pericolose con l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali”, hanno affermato il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo.

Di fronte ad un’emergenza senza precedenti serve responsabilità con un “patto etico di filiera” per garantire una adeguata remunerazione dei prodotti agricoli e privilegiare nella distribuzione il Made in Italy a tutela dell’economia, dell’occupazione e del territorio come sostenuto dalla campagna Coldiretti #mangiaitaliano.

Intanto, continuano a crescere i prezzi dei prodotti alimentari nel carrello con aumenti che arrivano al 5,5% per la frutta fino all’8,7% per le verdure ma nei campi e nelle stalle è speculazione al ribasso con il taglio ai compensi pagati agli agricoltori e agli allevatori per molti prodotti, dalla carne al latte fino alla frutta.

Coldiretti torna a lanciare l’allarme sulla base dei dati Istat che a novembre evidenziano un’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari al consumo del +1,6% con un andamento in controtendenza rispetto all’inflazione generale in calo dello 0,2%.

“Siamo di fronte al paradosso, – aggiungono Bianco e Rampazzo – mentre i prezzi della spesa al dettaglio aumentano, quelli pagati agli agricoltori e agli allevatori crollano. Casi emblematici sono quelli della frutta di stagione come le clementine che nelle campagne vengono pagati al ribasso ben al di sotto dei costi di produzione che sono in Calabria di almeno 35/40 centesimi al chilo. I prezzi attualmente corrisposti non sono assolutamente remunerativi e si profila un crack senza precedenti per il settore. Per questo Coldiretti sottolinea l’importanza di acquistare direttamente dal produttore: nei Mercati Campagna Amica della provincia di Alessandria è possibile trovare succosi agrumi in arrivo direttamente dalla Sicilia e dalla Calabria, 100% Made in Italy portati direttamente dagli agricoltori”.

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