L’abete carico di ninnoli e luci

non illumina abbastanza la stanza

 e non fuga le ombre intermittenti.

Le ghirlande e i ghirigori appesi

 tra le facciate delle case dondolano

al vento triste della pandemia,

non danno allegria alle strade vuote

di senso e di calore. Freddi  l’abbraccio

di coltri di cachemire o di pelliccia,

e gli auguri nel web sull’orlo di parole

incrinate dal vetro e fissate

sul surrogato della realtà da ricucire

 nella staticità banale di un quotidiano

 che finge sorpresa nelle carte lucide

di panettoni e torroni da mangiare

a denti stretti insieme alla malinconia.

Volgi allora gli occhi alla capanna,

alla mangiatoia del bambinello

a cercare un segno,una risposta

 e questo, anche se non lo sai,

è già preghiera.

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