Venere e Marte, S. Botticelli

C’è un diverso tempo ancora in cui si scopre che l’amore è un’altra cosa, non mira a essere soddisfatto, mira a essere e a far essere l’altro.” [Nadia Fusini, L’amore necessario]

Domenica 29 novembre si sono concluse le Giornate contro la violenza sulle donne del 2020, un percorso di tavole rotonde e gruppi organizzato da Isabella Bonapace dell’Associazione Tiarè, in collaborazione con Valeria Bianchi Mian per L’Io e l’Altro.

Quest’anno il programma è stato fittissimo e tutti gli eventi si sono svolti online.

C’è stata una risposta importante di donne e uomini di tutte le età, a testimonianza di quanto l’argomento sia sentito.

Fa ormai parte del nostro quotidiano ascoltare notizie orribili di femminicidi o di familicidi, ed è molto spesso il padre ad uccidere tutta la famiglia, bambini compresi.

Le informazioni sono rese ancora più inaccettabili dalla scarsa considerazione posta nei confronti delle vittime di abuso (stupro, percosse, omicidio) da parte dei mezzi di informazione: le donne sono trasformate ancora e sempre da vittime a indagate, viene scandagliata la loro vita, vengono giudicate le loro scelte, il loro modo di essere donna.

Sappiamo benissimo che è necessario un cambiamento del ritmo del nostro passo, per prevenire e radicare un nuovo modo del pensare in cui tutti al mondo siano esseri degni di considerazione rispetto e amore, a prescindere dalle innumerevoli differenze che ci caratterizzano come esseri umani.

A questo proposito, è significativo quel che è avvenuto in occasione dello spettacolo proposto dall’associazione Maigret & Magritte, poiché l’evento ha subito sin dall’inizio un attacco da parte di hacker, i quali hanno pensato bene di inserire scene porno e musica ad alto volume. La risposta dell’organizzazione non si è fatta attendere: il pubblico è stato invitato a raggiungere gli attori in un’altra stanza online. Resta il fatto che episodi come questi sono sintomatici di un disturbo sociale diffuso.

La consapevolezza dà fastidio all’ignoranza.

La consapevolezza implica impegno, sforzo, dolore.

La consapevolezza implica guardarmi, guardarsi.

Ma è proprio condividendo con gli uomini, stando insieme agli uomini (sia nello spettacolo, sia nei gruppi), con le loro problematiche e le loro difficoltà, che via via è emersa sempre di più la necessità di mantenere e far vivere una parte femminile dentro di sé, che nutre, che partecipa, che soffre, evidenziandone “la nuova frontiera necessaria per il cambiamento”.

Riconoscerci tutti mancanti, tutti offesi e rinchiusi in ambiti che non ci rappresentano e ci fanno soffrire, è la premessa per una reale trasformazione risanatrice.

Ringraziamo tutti coloro che sono intervenuti conducendo, mimando, narrando, recitando, traducendo, a titolo di solo ed esclusivo volontariato (qui in rigoroso ordine alfabetico):

Alberto Bertotto, Giuliana Bitelli, Silvana Graziella Ceresa, Daniela Di Francesco, Luigi Dotti, Nadia Ferrante, Giovanna Ferella, Annamaria Frammartino, Michela Gecele, Jessica Ghioni, le interpreti del Lis (Veronica Conte, Anna Di Domizio, Pamela Tomaino), Maigret & Magritte (Stella Sorcinelli, Nicoletta Spagna Martina Casabianca, Donata Notari, Sara Viola, Luca Giacomini, Giorgio Bertolusso, Massimo Deodato), Silvia Martinotti, Marianna Massimello, Pentesilea (Federica Tammarazio), Roberto Poggi, Silvia Rosa, Wilma Scategni, Leonardo Seidita (e utti i partecipanti alla Tavola Rotonda e al gruppo in Sicilia, a partire da Salvatore lo Bue; Filippo Pergola, Riccardo De Facci, Guido Faillace, Giuseppe Mannino, Stefania Russello, Biagio Sciortino, Luciano Squillaci), Angela Sordano.

Ringraziamo anche noi stessi per aver saputo trovare bellezza e amore, e per averli condivisi, in un argomento così complesso.

Il team organizzativo congiunto: Isabella Bonapace, Valeria Bianchi Mian, Teresa Montaleone, Nunzia Scarlato, Annamaria Frammartino, Leonardo Seidita.