I RICORDI NON SI LAVANO è il libro d’esordio della giovane scrittrice AURORA FROLA. Realizzato con uno stile tagliente, con frasi brevi e parole incisive, commuove. Il linguaggio utilizzato è crudo, la storia è ben strutturata e si legge in modo scorrevole. Il romanzo è incentrato sulla vicenda di una ragazza che, a causa della sua tossicodipendenza e del tentativo di suicidio, trascorre un periodo di cura e riabilitazione in un istituto psichiatrico. La protagonista si chiama Angelica e la trama del libro presenta vari flashback, tramite i quali è possibile scoprire, a poco a poco, le ragioni della sofferenza e della terapia a cui è sottoposta la giovane donna. Angelica ha alle spalle un’infanzia e un’adolescenza difficili in un cotesto familiare, caratterizzato dalla presenza di una madre impositiva e di un padre remissivo. Nell’ambito della stessa famiglia, con una persona molto vicina a lei e ai suoi genitori, la ragazza, da bambina, vive un’esperienza che la porta a sentirsi tradita nelle sue migliori aspettative nei confronti della bontà ed onestà del mondo che la circonda e, soprattutto, fa in modo che, in lei, si generi una chiusura patologica che acuisce e sedimenta interiormente dolore e difficoltà di accettazione di se stessa e della sua vita. Angelica, molto giovane, scopre che non si ama e che il mondo è territorio predatorio di mostri e, in particolare, di un orco che porta dentro di sé e cresce con lei. Anche durante il suo matrimonio con un giovane operaio che, inizialmente, sembrava essere la realizzazione di una bella favola d’amore e, soprattutto, un modo per allontanarsi dai suoi genitori e da una madre che, a più riprese, durante la sua crescita, aveva dimostrato di non comprenderla e di volerle per forza imporre cose che a lei non andavano a genio, naufraga nella disperazione e nelle liti frequenti. La giovane tenta il suicidio, dopo l’ennesimo pesante litigio coniugale, con l’ennesimo crollo nell’abisso della droga che risulta essere diventata, dalla prima dose, la panacea di tutti i suoi mali, la via di fuga da una realtà oppressiva e da incubo. Entra in un ospedale psichiatrico per una permanenza di cura e scopre una realtà a dir poco oscena, fatta di vittime e altre giovani donne che si sentono e vivono ai margini della società. Sono psicopatiche, anche pericolose, con problematiche diverse, ma, assolutamente, simili a lei per la sofferenza che le incatena ad una visione del mondo in cui proiettano dipendenza, malvagità e dolore. Tuttavia… Angelica sa, fin dall’inizio, di potersi distinguere da tutte quelle altre pazienti che, nell’istituto psichiatrico, la circondano. Le osserva attentamente, le studia con accuratezza perché la sua mente continua a funzionare e comprende quanto sia importante non essere sedata e mantenersi sveglia, evitando l’intervento del personale di cura che, in caso di crisi violente, è pronto a somministrare tranquillanti. Sedata, infatti, la giovane non è più se stessa, non è più in grado di ragionare. Solo riflettere su quello che le sta succedendo intorno, sulla tragica situazione in cui è finita, può consentire di uscirne. Ciò è quanto il suo istinto le suggerisce…

Nella follia quotidiana del luogo di cura in cui si trova, per Angelica comincia la sua resurrezione.

A cura di Maurizio Coscia, @mauriziocoscia