Federica Vanossi: Per la dedica del nuovo libro non ho avuto dubbi

Dedicato a mia figlia Giulia

Dedicato a lei, perché incarna e veste senza alcun difetto il termine filotimo, più di me che sono greca al cinquanta per cento-

A mia figlia che ha compreso quanto fosse difficile il mio ritorno in Grecia, quanto la rabbia prendesse il sopravvento e la paura resistesse alla malinconia.

Giulia mi ha preso per mano e mi ha accompagnata in un viaggio nel passato che mi ha resa migliore, o forse ha riportato alla vita la bambina di mille estati fa.

Giulia che, per aiutarmi, ha imparato il greco nel silenzio di una nostalgia che mi divorava dentro, senza chiedere perché non le fossi stata maestra quando era bambina, perché reiteravo nuovamente il trucco di mia madre e l’avvicinavo ad altre lingue che non fossero quella che avevo ingiustamente punito.

Giulia ha raccolto gelsomini ogni estate e ha creato mazzi di nuove speranze.

Giulia ha scelto un fiore diverso ma ha condiviso le stesse emozioni, rapita da un paese che avevo cancellato dalla cartina geografica.

Giulia che rappresenta l’esempio più eclatante di ciò che significa essere filotimo : me lo conferma quando si commuove davanti al Partenone , quando mi trattiene un giorno intero in un museo e non ha bisogno di guida, perché descrive con dovizia di particolari e ne aggiunge altri costruiti ad hoc per farmi sorridere, per aiutarmi a salire gli ultimi scalini di un percorso che ora mostra la vetta senza nebbia, senza essere accecata dal sole che scotta e dal Meltemi che accarezza.

Dedicato a mia figlia Giulia, che avrebbe preferito essere chiamata con un nome greco, ma non occorre: gli occhi neri la identificano con un popolo che parla un ‘altra lingua ma sorride come lei, lotta come lei ed è orgoglioso e determinato come lei.

Dedicato a Giulia che mi somiglia, però non si arrende anche se scivola, partigiana di un’idea che è diventata parte del suo cuore pieno di amore.

Giulia è filotimo, Giulia è la risposta che ho cercato a lungo.