FRAMMENTI, Gregorio Asero

FRAMMENTI

……. la vedevo ormai da diversi giorni, sola e solitaria nel suo vaso di vetro, aveva perso ovviamente lo splendore della fioritura, comunque risultava gradevole, delicata al mio sguardo. Sembrava soffrisse di una rara malattia ma, la rosa, semplicemente stava compiendo il suo ultimo tragitto. I petali sembravano si abbracciassero quasi a farsi compagnia prima di seccare e poi morire. 

I gambi, immersi in quell’acqua scura non si vedevano e, stipati com’erano, formavano una massa morbida e un poco maleodorante con l’acqua stagnante. Volli avvicinarmi al fiore per annusarlo, pensavo che, essendo la regina dei fiori, sarebbe appassita profumando. Era un odore acidulo e acre per nulla gradevole. 

Nel cupo silenzio della stanza facevano capolino i primi raggi del sole e i pensieri si accavallarono tornando a rivedere come in un film a ritroso gli avvenimenti del giorno prima. Uscii con la mente dalla stanza. Tornavo a pensare alla terra e dentro di me pensavo alla differenza che esisteva fra quei fior recisi e quelli che vivevano floridi in piena terra. 

Le foglie del roseto erano succose e di un verde smeraldo, alcune erano scure come la terra, e le spine, forti e crudeli, ne proteggevano in gambo. Certe rose erano rivolte verso il cielo e altre guardavano sommesse la nera terra. 

Quelle che guardavano in alto sembrava volessero spiccare il volo. Il vento soffiava leggero e sembrava le volesse delicatamente staccare dal roseto per farle volare. Questo fremito di volo saliva anche verso il mio corpo e svincolava dalla mia paura. Pareva che una vibrante euforia fosse in grado di farmi staccare dal suolo e lentamente si espandeva in una fantasmagorica pulsazione…

Gregorio Asero