Canto, Giuseppe Buro
Canto
A volte canto qualche melodia di
un amore perduto, affondato
nell’abisso del mare che non ha fine.
Quella musica dei romantici incalliti,
dei ridicoli che a volte si scherniscono,
e credono ancora che l’amore ha un senso.
Quell’amore dei poeti perduti e mai
trovati, poi ritrovati che scrivono lacrime
e sospiri di un amore andato perso
chissà dove.
Mi stritolava le ossa quel serpente
cruento, desueto inferno succulento
nella carne, nel contempo non era niente.
Aveva un sapore di tempesta e sola
s’aggirava nel cuore e poi fermava ogni sospiro, come un forte vento che sbatte
e poi si calma.
Quel fuoco lento a poco a poco si è
spento, ora tace la brace e più non brucia
la pelle.
@ Giuseppe Buro
